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Cinespresso | April 26, 2024

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American Horror Story: lo show dei freaks

American Horror Story: lo show dei freaks
Lorenzo Colapietro

Ryan Murphy e Brad Falchuck ci trascinano all’interno di un circo decadente e inquietante

Jupiter (Florida), 1952. Una donna viene ritrovata morta all’interno della sua casa, al piano di sopra le figlie Dot e Bett, gemelle siamesi, vengono ritrovate agonizzanti, ma qualcosa non quadra e la polizia sospetta di loro. A salvarle dalla prigione arriva Elsa Mars, donna tedesca proprietaria di un circo di freaks, che le vorrebbe rendere star del suo palcoscenico. All’interno del tendone le ragazze conoscono gli altri “personaggi” che ruotano attorno ad Elsa. Ad osservarli da lontano un killer clown con il viso deformato da un “sorriso” spaventoso.

Dopo il deludente capitolo di Coven, il duo Murphy & Falchuck riparte dietro il tendone di un circo di freaks, ed è subito un successo, la nuova stagione di American Horror Story parte in quarta con una storyline avvincente e disturbante, capace di trascinarci nei meandri di luogo cupo e a dir poco tenebroso. Al centro della storia vi è la decadenza della società americana, ormai assorbita dal nuovo mezzo televisivo e totalmente disinteressata a quelli che prima erano spettacoli itineranti seguitissimi. Diverse sono le scene in cui Murphy affronta il “grottesco”, dalle casalinghe sessualmente frustrate e appagate dalle mani deformi di Jimmy “il ragazzo aragosta”, alla splendida (come sempre) interpretazione di Frances Conroy di una “madre chioccia” e palesemente disturbata fino ad arrivare la scena clou, una eccessiva e trash Jessica Lange che canta Life on Mars di David Bowie.

Il solito cast che però non smette di stupire, la sempre sensazionale Jessical Lange, Evan Peters, Kathy Bates, Sarah Paulson sono tutti “dentro” i loro personaggi portando le loro deformità con una naturalezza che stupisce e fa rabbrividire, un brivido che cresce quando sulla scena appare il personaggio del clown assassino, un personaggio costruito con maestria che terrorizza con “una maschera” inespressiva, un sorriso spaventoso e immobile, l’unica cosa che lo rendono “umano” sono gli occhi, profondi e cupi che celano un oscurità che terrorizza e al tempo stesso ipnotizza.

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