Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Cinespresso | April 26, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

Carrie, lo sguardo di Satana

Carrie, lo sguardo di Satana
Valeria Brucoli

Review Overview

Cast
6.5
Regia
6.5
Script
6.5

Rating

In un epoca "senza Dio", Kimberly Peirce mette la tecnologia al servizio della crudeltà umana e trasforma la furia demoniaca di Carrie in un dono telecinetico che le dà l'occasione di riscattarsi contro i suoi oppressori.

Anno: 2013 Durata: 100’ Distribuzione: Warner Bros. Genere: Horror Nazionalità: Usa Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, Screen Gems  Regia: Kimberly Peirce Uscita: 16 Gennaio 2014

Scienza e fede si scontrano nella lotta al peccato e alle sopraffazioni sociali

Sangue e morte segnano la vita di Carrie ancor prima che apra gli occhi intorpiditi nel grembo di sua madre. Dilaniata dal dolore e dal senso di colpa per aver messo al mondo la prova tangibile de suo peccato lussurioso, la giovane si scaglia addosso alla neonata con un paio di forbici affilate, ma la pietà e l’amore materno fermano il folle gesto. L’autoflagellazione quotidiana, l’educazione religiosa ferrea e una vita castigata, lontano dalle tentazioni terrene, tengono per qualche anno la sua creatura lontano dal peccato e tentano invano di mondare la sua colpa. Ma Il fanatismo religioso che per anni ha tenuto Carrie prigioniera dell’ignoranza soccombe allo scorrere del tempo, e quando la sua natura soffocata sboccia sotto gli occhi increduli delle sue compagne, l’umiliazione e il terrore fanno emergere il lato più oscuro della sua personalità e il desiderio di vendetta prende il sopravvento sulla sua volontà. Quando la bambina diventa donna, l’istinto la porta inevitabilmente alla conoscenza del suo corpo e dell’altro sesso ma, mentre desiderio e vergogna si scontrano nel suo animo, la strenua difesa della sua purezza la porta all’isolamento e alla derisione. Come Sissy Spacek nel 1976, la Carrie White di Kimberly Peirce è bella quanto le sue compagne, se non di più, tanto che la giovane Chloë Moretz fa una notevole fatica ad atteggiarsi a freak e ad adattarsi al ruolo di disadattata, ma la sua femminilità malcelata sotto strati di abiti ingombranti e fuori moda, fatica ad emergere e a farla accettare dalle sue coetanee, che non esitano a trasformandola in nello zimbello della scuola.

“Cosa vi ha fatto Carrie White?”

Kimberly Peirce segue senza sbavature il copione di Brian De Palma, che nel 1976 ha vestito di sangue la prima Carrie, limitandosi ad aggiungere pochi, preziosi elementi che rendono questa storia di oppressione e vendetta più attuale. Il bullismo scolastico e l’esclusione del diverso nel nuovo adattamento di Carrie raggiungono nuovi picchi di crudeltà e, nonostante i suoi personaggi siano più annacquati e meno carismatici degli originali, posseggono strumenti di oppressione ancora più potenti. Se in passato le risate assordanti delle compagne di classe di fronte alla maturazione sessuale di Carrie e l’umiliazione violenta che le infliggevano nelle docce della palestra, rimanevano imprigionate in quelle pareti, oggi si trasformano in immagini digitali che corrono veloci su internet e sono alla portata di tutti in pochi istanti. L’umiliazione è moltiplicata all’ennesima potenza ed estesa dal piccolo universo della scuola, a quello smisurato del web, che non conosce fuoco, fiamme o agenti atmosferici tanto potenti da distruggerlo. Ma è nel punto più alto dell’umiliazione, nell’ultimo atroce scherzo che le viene inflitto, che esplode in tutta la sua forza distruttiva.  La rabbia accende i suoi occhi e una furia incontrollabile travolge una vita sottomessa al volere della madre e alle angherie dei compagni, e la spinge a reagire e ad uccidere senza pietà tutti coloro che l’hanno sempre schiacciata.

“Ci sono altre persone là fuori che riescono a fare ciò che faccio io”

Ma lo stesso potere che nell’adattamento del 1976 era impietoso e devastante, qui è controllato e ben calibrato. In bilico tra il dono e la maledizione demoniaca, il potere di Carrie nel remake del 2013 è legato a doppio filo con il potere della conoscenza e della ricerca, e non si limita a sovrastare una studentessa inconsapevole, ma la stimola a sperimentare e indagare le origini e i possibili sviluppi dell’energia che riesce a scatenare con il pensiero. Con il suo incredibile potere può riplasmare il mondo a sua immagine, incendiarlo e distruggerlo se necessario, ma più che lasciarsi andare ad una furia cieca, Carrie sceglie attentamente vittime e alleati, avvicinandosi più alla figura della supereroina votata al male che all’emissario innocente del potere demoniaco. Nelle vesti di giustiziera dotata di superpoteri, la nuova Carrie rischia di trascende il genere horror e non riesce a suscitare angoscia né terrore nello spettatore, che al contrario non può fare a meno di immedesimarsi nella giovane protagonista nella lotta contro l’ignoranza del fanatismo religioso e le ingiustizie sociali.

Submit a Comment