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Cinespresso | April 26, 2024

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Al Teatro Vascello “Acrobates” storia di una perdita e di un’amicizia

Al Teatro Vascello “Acrobates” storia di una perdita e di un’amicizia
Redazione
  • On 24 novembre 2014
  • http://www.cinespresso.com

Review Overview

Interpretazione
7
Regia
7
Drammaturgia
7

Rating

La poetica creazione di Stéphane Ricordel e Olivier Meyrou. Un’opera densa di pathos che si trasforma nel racconto di un'amicizia. Un viaggio reale e metaforico da non perdere.

La vita e l’opera del trapezista francese Fabrice Champion, tetraplegico a causa di uno scontro in volo con un suo collega e morto in Amazzonia dopo l’assunzione di una bevanda allucinogena, rivive grazie al ricordo dei suoi amici e allievi in un’opera densa di pathos

Acrobates è la storia di una caduta e di una rinascita. Racconta di Fabrice Champion, un trapezista francese che a seguito di un incidente, uno scontro in volo con un suo collega durante un allenamento, diviene tetraplegico.

Quella che si pensa possa essere ormai una condizione di immobilità forzata lascia il posto però ad una nuova spinta creativa che si traduce con la nascita di un nuovo stile: la tétra-acrobatie o tétra-danse. Il percorso viene seguito per dieci anni e testimoniato dal lavoro del documentarista Olivier Meyrou attraverso un lungometraggio dal titolo “Parade” in cui si seguono tra le altre cose, anche gli allenamenti di due giovani e intrepidi circassiens, Alexandre Fournier e Matias Pilet, diretti dallo stesso Champion per l’allestimento dello spettacolo “Nos limites”.

Acrobates è la storia di un viaggio, reale e metaforico. Prima del debutto dello spettacolo Fabrice Champion decide di intraprendere un viaggio da solo e, nonostante la sua condizione, da solo prende un treno, un aereo, una canoa e arriva in Perù desideroso di immergersi completamente nelle discipline sciamaniche che crede gli assicureranno uno spirito saldo e resistente.

Il suo corpo inerme, viene ritrovato in una capanna di indigeni nel cuore dell’Amazzonia a seguito dell’assunzione di ayahuasca, una bevanda allucinogena ottenuta dalle liane e varie radici. Da qui parte il viaggio metaforico dei suoi amici che colpiti da una cerimonia sciamanica ridanno vita a Fabrice sul palco grazie ad un altro tipo di cerimonia. Acrobates: un’elegia posta in essere dall’amico documentarista Olivier Meyrou, dagli allievi interpreti Alexandre Fournier e Matias Pilet e da Stéphane Ricordel, fondatore nel 1993 della compagnia francese Les Arts Sauts di cui uno dei più celebri angeli volanti fu proprio Fabrice Champion.

Grazie ad un allestimento scenico modulare è possibile comprendere tutto ciò che è stato finora descritto, Acrobates inizia proprio con le immagini di “Parade” proiettate sul fondo della scena: Champion spinto sulla sedia a rotelle in un bosco, appeso a una corda per reggersi, le cadute, gli sforzi a fianco di Alexandre e Matias per trovare un nuovo equilibrio, reinventare un altro corpo, disposto anche «a morire per essere vivo».

C’è lo sforzo, ci sono le parole sottotitolate di Fabrice sullo schermo che raccontano ciò che lui pensava, ciò in cui credeva. Un acrobata può essere acrobata fino a novanta anni perché esiste lo “spirito” dell’acrobata. I movimenti dei due interpreti, le loro cadute, le capriole continue e quasi snervanti, i loro urti violenti ci indicano, ispirandoci alle lezioni dei grandi maestri come Pina Bausch, quanto importante sia il racconto di un gesto e non la perfezione del gesto stesso. La scenografia è estremamente funzionale alla narrazione, ogni schermo, ogni scivolo, ogni ballatoio, ogni doppio sipario o pannello semovente dialoga col racconto.

La parte finale però all’improvviso sembra slegarsi dalla drammaturgia, infatti Alexandre e Matias ora smettono di raccontarci una storia e iniziano a offrirci “numeri da circo”. Ma quel che appare come uno strappo narrativo non coincide con uno strappo concettuale. Il volteggio, il salto mortale, la caduta, la presa aerea, l’atterraggio in equilibrio richiedono l’accettazione totale dell’altro; la sicurezza di uno è nelle mani dell’altro. Tutto si trasforma nel racconto di un’amicizia, un viaggio tumultuoso nell’età adulta con l’energia necessaria per lanciare i propri corpi in battaglia. Acrobates è soprattutto la storia di un’amicizia.

Miriam Larocca

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