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Cinespresso | April 26, 2024

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Fiorello è Modugno: “Penso che un sogno così… l’ho sempre avuto”

Fiorello è Modugno: “Penso che un sogno così… l’ho sempre avuto”
Antonella Palladino

Review Overview

Interpretazione
9
Regia
8
Drammaturgia
8.5

Rating

One-man show per raccontare di Mr Volare e di Nicola Fiorello. Un racconto emozionante sostenuto dalla musica che in 115 minuti parla di un uomo e di un artista. Un dialogo con se stesso bambino, nel ricordo di una Sicilia che fu e delle due personalità che più di tutte ha ammirato.

Il Teatro Ambra Jovinelli fino al 16 febbraio ospita Beppe Fiorello nell’omaggio al padre della canzone italiana e al suo papà

Quando il sipario si apre e sulle note di “Volare” una luce blu investe l’attore, Fiorello e Modugno sembrano confondersi, e quello dell’Ambra Jovinelli diventa il palco dell’Ariston. Un sogno così Beppe Fiorello l’aveva fin da “picciriddu”, sognava di interpretare Domenico Modugno e, attraverso di lui cantare suo padre. Ecco che dopo il grande successo televisivo della scorso anno, il piccolo di casa Fiorello torna a vestire i panni dell’indimenticato Mimmo, nello spettacolo scritto a quattro mani con Vittorio Moroni “Penso che un sogno così…”, in scena al teatro di via Guglielmo Pepe fino al 16 febbraio.

Baffetti da moschettiere, capelli petrolio, viso vispo: questa descrizione diretta, fa sì che almeno all’inizio il vero protagonista risulti incerto e che, sebbene per la maggior parte dei 115 ininterrotti minuti l’interprete sia da solo sulla scena, sul palcoscenico risultano comunque in tre: l’attore siciliano, Mr Volare e Nicola Fiorello. “Quasi due fratelli – li ha definiti Beppe partendo da un’impressione di bambino – per un questione fisica, di somiglianza straordinaria e per velleità artistiche dell’uno e dell’altro”. E in effetti un pugliese e un siciliano del secondo dopoguerra che in comune hanno la passione per il canto, il buon umore e sembra parlino allo stesso modo (il dialetto salentino ha molte affinità con il siracusano), agli occhi di un ragazzino e poi di un uomo che di entrambi ha ammirazione, quasi si sovrappongono.

Con una tenera ironia sui più noti fratelli, l’attore oramai affermato parla a se stesso bambino, raccontando con abilità mimetica della sua Sicilia dei primi anni Settanta: di personaggi bizzarri che forse ancora oggi si possono scorgere, della gioia vera del ricevere un 45 giri, delle feste patronali fastose, dei viaggi infiniti su una vecchia utilitaria, e soprattutto di quelle poesie in musica che hanno fatto da colonna sonora. Sono ricordi che, con l’idea del regista Giampiero Solari, si muovono a bordo di un pannello scorrevole che sul palco lascia e porta via. E dove il racconto esita e si interrompe, sulle chitarre di Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, parlano le canzoni di Modugno, nelle storie innovative di minatori e animali, di amori e tradizioni, in un incrocio di vite possibile.

Grazie alla bravura canora ereditata, la peculiarità nasale studiata nel dettaglio, e l’emozione di un bambino che non parlava ma ha trovato le ali per volare, Giuseppe Fiorello non sta semplicemente interpretando un personaggio. Lui che, da Salvo D’Acquisto a Giuseppe Moscati, ha prestato il volto a ruoli bellissimi, e con la fiction “Volare” ha raggiunto ben 11 milioni di spettatori, a partire dalla data zero di Civitavecchia sta incontrando un sincero successo. Il one-man show sbarcherà oltreoceano in aprile con due date ad Atlantic City e Foxwood, in un paese dove il nome di Modugno è acclamato e dove una giovane promessa italiana merita di farsi conoscere. Perché la forza dello spettacolo sta proprio nella storia bellissima di un artista, capace di fondersi con quella privata di chi da sempre lo ha ascoltato, fino a toccare tante piccole storie di un pubblico misto, che quel periodo lo ha vissuto realmente o lo ha sentito raccontare più o meno così. Allora non si può non sentirsi coinvolti e insieme a lui cantare e portare il tempo.

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