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Cinespresso | April 26, 2024

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Who is Dayani Cristal?

Who is Dayani Cristal?
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
7
Regia
6
Script
6

Rating

Uno spaccato di speranza e disperazione che colpisce da un punto di vista nuovo, inedito, con un documentario asciutto, cadenzato da musiche locali e dall'empatia del regista protagonista.

Anno: 2013 Durata: 83’ Distribuzione: P.F.A. Films, PMI Genere: Documentario Paese: Usa, Messico Produzione: Pulse, Canana Regia: Marc Silver, Gael García Bernal Uscita: Unknown

La star messicana Gael García Bernal si tuffa alla ricerca di origini e identità di un immigrato clandestino trovato senza vita nel deserto dalla Polizia di Frontiera dell’Arizona

All’interno della kermesse romana di Alice nella Città vi è questo docu-film dallo sguardo doppio sulle tracce di un John Doe con tatuato sul petto la scritta “Dayani Cristal”. Nel frattempo in Arizona il documentarista Marc Silver raccoglie testimonianze e racconti dai coroner della Polizia che si occupa del ritrovamento dei cadaveri degli immigrati caduti nella traversata, mentre l’attore attivista Gael García Bernal ripercorre il difficoltoso cammino che migliaia di migranti intraprendono verso il Sogno Americano.

Tutto nasce dal ritrovamento di quest’uomo senza vita né documenti, riconoscibile forse soltanto dal suo tatuaggio. L’indagine su “Dayani Cristal” è l’incipit per far raccontare dagli addetti ai lavori le cifre spropositate e le storie ritrovate dei migranti clandestini. La Preghiera del Migrante recitata da García Bernal è un momento di forza del film. Ma lo sono anche le intrusioni in un cosmo reietto di uomini che lottano per passare il confine.

“In vita era considerato invisibile, o addirittura illegale. Ora è un mistero da risolvere”

È l’amara considerazione di uno degli ufficiali che hanno ricostruito i passaggi di “Dayani Cristal”, mentre García Bernal cavalca “la bestia”, il treno merci che attraversa il Messico portando sul suo dorso decine di clandestini verso il nord. Tra Stati Uniti, Messico e Honduras, lo spaccato di speranza e disperazione colpisce da un punto di vista nuovo, inedito, con un documentario asciutto, cadenzato da musiche locali e dall’empatia del regista protagonista. Emergono sogni, speranzosi progetti, le vite interrotte di questa gente che rischia anche la vita pur di avere la chance di migliorare la propria esistenza. Vero è che se non ci fosse stato García Bernal, il documentario sarebbe anonimamente rimasto nei circuiti specializzati, senza neanche vedere il grande pubblico.

Potere del testimonial o meno, il film, decisamente di genere è ben fatto, coerente anche con le sue linearità cromatiche e di montaggio. Di funzione decisamente divulgativa, e con un linguaggio schiettamente drammatico ma altrettanto sobrio, Who is Dayani Cristal? è da consigliare agli amanti del doc e ai curiosi dei muri non europei. Come quello desertico che separa da anni l’Arizona dal Messico per evitare o limitare gli esodi continui.

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