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Cinespresso | April 26, 2024

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Il pasticciere

Il pasticciere
Lorenzo Colapietro

Review Overview

Cast
5.5
Regia
5.5
Script
5.5

Rating

Un noir/commedia in salsa agrodolce che però non regge. Diretto in maniera poco convinta e con una sceneggiatura che lo rende surreale e poco credibile. Unica nota positiva: il bravissimo Antonio Catania in un ruolo puro e "dolce".

Anno: 2012 Durata: 97’ Distribuzione: Microcinema Distribuzioni Genere: Drammatico Nazionalità: Italia Produzione: Bunker Lab, C.R. Football Management &Cinestars, Mibac, Rai Cinema, Apulia Film Commission Regia: Luigi Sardiello

 Arriva nelle sale un noir “dolce” con Antonio Catania e diretto da Luigi Sardiello

Achille Franzi è un pasticciere sensibile e raffinato, la cui vita è rigorosamente scandita dai tempi di ordinazione, preparazione e consegna dei dolci che prepara esclusivamente per i suoi clienti. Da quando aveva dodici anni, la sua vita si è svolta unicamente nel laboratorio pasticceria del padre, i cui consigli e le cui massime rappresentano il proprio manuale di interpretazione della vita. Ma un giorno, suo malgrado, uno scherzo del destino lo costringe ad entrare nei panni di un finanziere senza scrupoli che ha ordito una truffa colossale. Da questo momento la sua vita cambia radicalmente, accerchiato da una donna sensuale e ambigua, un avvocato arrogante e pericoloso e una poliziotta scrupolosa a sua volta alle prese con un caso più grande di lei. Tra la necessità di nascondersi in una “terra di nessuno” che non conosce, la prospettiva di un amore e i crescenti sospetti di una macchinazione ai suoi danni, il pasticciere sarà costretto a fare i conti con il mondo e il suo buco nero.

“Considero ‘Il Pasticciere’ un film di confine. Tra due paesi separati da una terra di nessuno. Tra il bene e il male. Tra il noir e gli altri generi”

Apostrofa così la sua creatura Luigi Sardiello, regista e sceneggiatore de Il Pasticciere, un film che cerca la via del noir per poi tentare di passare alla commedia agrodolce, il tutto nel giro di 97 minuti. Una pellicola che non funziona, nonostante l’idea di partenza sia buona: il film si perde in una sceneggiatura inconcludente e con diversi buchi narrativi, il tutto condito dai vari cambi tematici: noir-commedia-drammatico che danno allo script un senso di surreale e un’incredulità che non giova sicuramente ad un lavoro già carente.

Va detto che nel film si salva lo splendido lavoro di Antonio Catania, ormai una conferma come attore, capace di dare vita ad un personaggio particolare, dotato di una purezza che riesce a conservare anche nei momenti più bui. Una sorta di Raymond Babbitt vissuto da sempre in una bolla protettiva fatta di gesti ripetuti all’infinito e del medesimo pasto da sempre. Ci fa notare lo stesso Catania:

“La pasta in bianco con olio e le patate lesse sono una metafora della sua vita: scialba e metodica. Un incessante ripetersi di situazioni scandite solo dalla preparazione dei dolci”

Pollice verso, purtroppo, per gli altri personaggi del film incapaci di trovare un loro posto nel caos della sceneggiatura. Rosaria Russo non spicca nel ruolo di Angela, una prostituta in cerca di redenzione, un personaggio senza sostanza e decisamente stereotipato; lo stesso Ennio Fantastichini non riesce a dare corpo al suo “avvocato” che rimane piatto e poco interessante.

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