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Cinespresso | April 16, 2024

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Il sequestro di Tom Hanks in Captain Phillips

Il sequestro di Tom Hanks in Captain Phillips
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
8
Regia
7
Script
7.5

Rating

Porta con sé l’alta tensione di alcuni thriller catastrofici degli anni settanta. Un buon film di genere con un cast in grande forma, da guardare a nervi tesi per emozioni semplici e forti.

Anno: 2013 Durata: 134’ Distribuzione: Sony Pictures Genere: Biopic, Thriller Paese: Usa Produzione: Michael De Luca Productions, Scott Rudin Productions, Translux, Trigger Street Productions Regia: Paul Greengrass

Approda in sala la nuova avventura marittima di Tom Hanks. Questa volta niente naufragi, ma un sequestro di pirati somali

Nel 2009 la Maesrk Alabama, cargo mercantile americano, era in rotta verso Mombasa nel Golfo di Aden, a largo della costa somala. Trasportava 17 mila tonnellate di merci, delle quali 5 mila erano generi di soccorso per Kenya, Somalia e Uganda. Fu sequestrata da quattro pirati somali che presero in ostaggio il Capitano Richard Phillips. Le operazioni per la risoluzione del problema coinvolsero una fregata e un cacciatorpediniere della Marina Americana, più l’intervento di una squadra di Navy Seals.

L’ultimo lavoro di Paul Greengrass, regista di Capitain Phillips – Attacco in mare aperto, rimane fedele al filone del thriller/action che mescola politica, interventi militari e terrorismo preso da eventi realmente accaduti, e fatto di pellicole come United 93Bloody SundayGreen ZoneA Captain’s Duty: Somali Pirates, Navy SEALS, and Dangerous Days at Sea è il libro scritto da Phillips, e dal cui è stata tratta la sceneggiatura che vede protagonista un Tom Hanks alle prese con i quattro terroristi somali. Due di questi, il loro capo Muse e l’instabile Bilal sono interpretati da due attori alla loro prima importante scritturazione cinematografica Barkhad Abdi e Barkhad Abdirahman. Performance straordinarie per entrambi. Disperatamente luciferino Abdi e terrificante Abdirahman.

– L’anno scorso preso nave greca. Sei milioni.

– E sei ancora qui?

È uno degli scambi tra il Capitano e Muse. Tutta la pellicola ha un fortissimo carattere claustrofobico, nonostante il mare aperto dell’ambientazione. Sceneggiatura asciutta e regia in simbiosi macchinica con i meandri della nave e della scialuppa, dove sarà trascinato il Capitano Hanks, sono strutture costanti e funzionali a un thrilling che produce quasi un empatico fastidio situazionale per immedesimazione con i protagonisti. Sia il sequestrato sia i sequestratori. La nuova pellicola di Greengrass porta con sé, scaricandolo sapientemente sul pubblico attraverso una storia vera, l’alta tensione di alcuni thriller catastrofici degli anni settanta. Sensazione cinematografica che negli anni si è spostata più sull’attenzione a una resa voyeristico-apocalitica fatta di grandi effetti visivi, qui torna invece in prima linea come humus tensivo assoluto, alimentato da facce tese, camicie sudate e fucili puntati nervosamente.

Prova ne è che il movimento della nave militare, le trattative, gli elicotteri, le sale comandi e i puntamenti dei Seals non producono la stessa inquietudine del binocolo di Hanks sulla scialuppa dei quattro somali all’arrembaggio: determinati e veloci sui flutti nonostante le pericolose onde di ritorno lasciate dalla scia della Maersk. Capitain Phillips è un buon film di genere con un cast in grande forma, da guardare a nervi tesi per emozioni semplici e forti.

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