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Cinespresso | April 26, 2024

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La Città Ideale di Luigi Lo Cascio sbarca al Flaiano

La Città Ideale di Luigi Lo Cascio sbarca al Flaiano
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
8
Regia
8
Script
7.5

Rating

L'esordio registico di Lo Cascio è decisamente buon cinema. Un lavoro lucido e sobrio giustamente bilanciato dai premi vinti finora

Anno: 2012 Durata: 105′ Distribuzione: Istituto Luce, Cinecittà Genere: Drammatico Nazionalità: Italia Produzione: BiBi Film, Rai Cinema Regia: Luigi Lo Cascio

Il primo dei film in gara ieri sera al Flaiano Film Festival apre la kermesse all’insegna di un felice esordio di Luigi Lo Cascio dietro la macchina da presa

Se la miglior difesa fosse l’attacco? Se la giusta via in realtà non fosse proprio quella retta? Se un’onesta verità fosse un’arma rovinosa e non via salvifica? Sono interrogativi che il protagonista di questo piccolo racconto morale non si pone. Michele Grassadonia (Luigi Lo Cascio) è un architetto palermitano a Siena da due decenni, la sua città ideale per l’appunto, e attivissimo ecologista che sfiora quasi la mania. Una sera viene convinto a guidare per la prima volta dopo otto anni un’auto, fortunatamente elettrica, per andare ad accompagnare un’amica ad un evento, ma durate il tragitto, con il parabrezza appannato per una pioggia fredda ha l’inconveniente di fermarsi a soccorrere un uomo a terra.

Da qui la sua stimata posizione nella città cambierà, venendo accusato di avere investito l’uomo. Il regista Lo Cascio dipinge una Siena sorniona e acida. Labirintica con i suoi muri in mattoni a disegnare le stradine curve e i percorsi intricati come quelli legali che il protagonista dovrà prendere in considerazione. Come una specie Pollicino con le ingenuità di un Pinocchio, Grassadonia viene a contatto con una serie di personaggi che sottostanno e poi si ribellano, abbozzano e poi disprezzano, e amici che lo amano e poi lo evitano tutti avvolti dal pregiudizio. Senza neanche una domanda. Forse è questa l’angolazione più amara e nitida del Lo Cascio autore anche della sceneggiatura.

Il cervello degli uomini va quasi sempre in cerca della vittoria, non della verità.

È una delle massime che il suo avvocato senese gli snocciolerà tra le alte riflessioni preso dalla lavatura piatti nella sua casa borghese. Un modo originale per far scivolare i pensieri verso le migliori arringhe. E se Massimo Foschi è il Gatto del Pinocchio/Lo Cascio, il finemente raccapricciante avvocato siciliano di Luigi Maria Burruano ne sarà la Volpe; mentre Roberto Herlitzka sarà una sorta di Mastro Ciliegia che ricorda malinconico il “ciocco perduto”.

L’apertura del quarantesimo Flaiano Film Festival è decisamente buon cinema. La città ideale è un lavoro lucido e sobrio giustamente bilanciato dai premi vinti tra la Biennale di Venezia e il Premio Vittorio De Sica per la migliore opera prima, passando per l’Hong Kong International Film Festival. L’autore, in ogni dettaglio della sua opera sembra capovolgere completamente Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto con una personale versione al negativo, in senso fotografico. Se Gian Maria Volontè rincorreva sprezzante e vincente le prove accusatorie, Lo Cascio le subisce ingenuo e perdente.

I colori e le metafore visive sono riservate ai sogni del protagonista e soprattutto ai dipinti della statuaria pittrice interpretata da Catrinel Marlon, che con il suo implacabile ritratto sullo studio della cattura pone davanti al piccolo Michele la presa di un’antilope da parte del coccodrillo.

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