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Cinespresso | April 26, 2024

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Argo, il thriller-storico che trionfa agli Oscar

Argo, il thriller-storico che trionfa agli Oscar
Alina Laura De Luca

Review Overview

Cast
8
Regia
8
Script
7.5

Rating

Il sex symbol Ben Affleck si conferma cineasta di successo con un’opera pluripremiata.

Anno: 2012 Durata: 120′ Distributore: Warner Bros. Genere: Drammatico, Thriller, Storico Nazionalità: USA Produzione: Smoke House, Warner Bros. Regia: Ben Affleck

Teheran, 4 novembre 1979: un fiume di folla preme contro i cancelli dell’ambasciata americana, travalica le recinzioni, irrompe nei locali della sede diplomatica; gli impiegati che si affannano a distruggere i dati sensibili vengono fatti prigionieri, bendati e sequestrati. Sei cittadini statunitensi riescono a fuggire e trovano rifugio nella residenza dell’ambasciatore canadese Ken Taylor.

Con un’overture potente ed efficace Ben Affleck, alla sua terza regia, riporta agli anni non lontani della rivoluzione iraniana che ha cacciato lo Shah Mohammad Reza Pahlavi e messo fine al suo regime repressivo; ora la rabbia dei rivoluzionari di Khomeini è tutta nei confronti del “Grande Satana” statunitense, presso cui il despota ha trovato ospitalità. Di qui l’assalto all’ambasciata americana e il sequestro di cinquantadue statunitensi; di qui il necessario intervento della CIA per liberare i sei che, se scoperti, rischiano il linciaggio.

A trovare un’idea tanto assurda quanto risolutiva è l’esperto in esfiltrazione Tony Mendez, interpretato dallo stesso Affleck. Il piano è far passare i sei americani per una troupe canadese in cerca di location per un film di fantascienza dal titolo Argo, “una brutta copia di “Star Wars”. A sostegno della finzione vengono ingaggiati l’esperto in make-up John Chambers (John Goodman) e il produttore cinematografico Lester Siegel (Alan Arkin). Ottenuto dal Ministero della cultura iraniano il permesso di entrare e uscire dal paese e fintosi anch’egli uomo di cinema, Mendez dà inizio alla sua mission impossible.

Con la tensione che vibra dall’inizio alla fine, accompagnata da un umorismo eccellente, Affleck riproduce finemente la storia, vera, impressa nell’inchiostro dal suo reale protagonista, l’ormai ultrasettantenne Mendez, 25 anni di onorato servizio nella CIA e “uno dei cinquanta migliori agenti di tutti i tempi” (cfr. Argo. Come la CIA e Hollywood hanno salvato sei ostaggi americani a Teheran, di Antonio Mendez e Matt Baglio, Mondadori).

Il regista non manca di trovate spettacolari proprie di un thriller che all’inizio e alla fine incorniciano una sequenza narrativa in cui la tragedia intimistica dei personaggi si mescola alla commedia. Memorabili Chambers e Siegel che rischiano di mandare a rotoli il piano per farsi un ‘bicchierino’ o quando lo stesso Siegel, dopo uno dei dialoghi più riusciti del film, propone a Mendez, sulle note di “Sultans of swing” dei Dire Straits, di prendersi un taco; del resto alla gola non si comanda. Nell’impasto c’è anche una buona dose di satira sul mondo di Hollywood.

Eppure, a dispetto della scritta malmessa sulle colline prossime agli studios, il cinema con la sua finzione ha saputo modificare una realtà storica a tal punto inverosimile da sembrare essa stessa irreale. Al suo regista (non solo sex symbol, ma sostenitore del partito democratico e fondatore di un’organizzazione per lo sviluppo del Congo) Argo è valso il Golden globe 2013, il Wga award per il miglior adattamento e l’Ace Eddie award 2013 per il montaggio. Oltre ad ottenere su sette nomination agli Oscar, ben tre statuette tra cui la più prestigiosa per miglior film, migliore sceneggiatura non originale e miglior montaggio.

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