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Cinespresso | April 24, 2024

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In attesa di Tempo di Libri: i titoli ‘scommessa’

In attesa di Tempo di Libri: i titoli ‘scommessa’
Caterina Garbaccio

François Mitterand diceva che «Un uomo perde il contatto con la realtà se non è circondato dai suoi libri»

Penso che tale affermazione si possa estendere all’intero mondo che si nasconde dietro ai libri fatti e finiti che troviamo in libreria: al mondo dell’editoria e a tutto il percorso oscuro e faticoso che ci permette di stare comodi in poltrona e godere dei piaceri della lettura.

Gli unici momenti che ci permettono di avvicinarci anche solo un poco a tutto ciò sono le numerose fiere, saloni e appuntamenti il cui scopo è proprio quello di portare nelle vite di tutti aspetti magari poco noti come la trattativa e la vendita dei diritti, i vari linguaggi dell’editoria e della pubblicazione.

Uno degli aspetti più apprezzabili delle fiere è la possibilità di conoscere autori e case editrici esordienti: la fiera è qualcosa fuori dall’ordinario, non è la nostra solita libreria di fiducia ma ci sono libri a perdita d’occhio, in qualsiasi direzione si guardi! I libri acquistati in queste occasioni sono delle scommesse, dei salti nel buio, che rimarranno per sempre legati a una particolare giornata.

Mi successe così al Salone Internazionale del Libro di Torino, quando comprai Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace, edizioni Minimum Fax. Folgorata dalla cover: in copertina, un altro libro. Anzi, il libro. Una cosa divertente che non farò mai più.

Questo breve romanzo nacque come articolo per la rivista Harper’s, come reportage di una crociera extralusso ai Caraibi.  È diventato un capolavoro di comicità e satira nei confronti della società americana contemporanea. Wallace ha una visione totalmente distaccata e questo gli permette di cogliere i dettagli più significativi e le scene più surreali di un mondo a sé: è partecipante ma al tempo stesso spettatore.

Sempre al Salone del Libro mi perdetti tra i libri delle Edizioni E/O, in preda all’astinenza da Elena Ferrante, non avendo ancora concluso la serie dell’Amica geniale. Me ne andai con l’aria spavalda e sotto il braccio L’eleganza del riccio, Muriel Barbery e La libreria del buon romanzo, Laurence Cossé. Nel primo, siamo a Parigi in un elegante palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia, luogo in cui si instaura un inaspettato legame tra Paloma, dodicenne geniale, la portinaia Renée, che tutto è tranne che una semplice e scorbutica portinaia, e il giapponese Ozu, che riuscirà ad avvicinarsi ad entrambe le protagoniste in maniera inattesa.

Il romanzo di Cossé invece fa parte dei miei preferiti: libri che parlano di libri. È la storia di una libreria nata quasi per caso, da due appassionati lettori che hanno in comune ben poco ma che mettono in piedi un sogno: una libreria in cui si vendano solo buoni romanzi. Non avevano previsto il successo sorprendente e nemmeno le invidie che ciò avrebbe creato.

La lista è lunghissima, ma uno spazio voglio dedicarlo ancora alle Edizioni Clichy, che mi hanno piacevolmente sorpreso con Era una città. In questo giallo Thomas B. Reverdy ci mette a contatto con la realtà della città di Detroit dopo la crisi economica del 2008. L’autore descrive in modo magistrale la desolazione di chi è partito lasciandosi tutto alle spalle e lo smarrimento di chi ha invece deciso di restare.

È ormai in partenza a Milano la Fiera Internazionale dell’Editoria, dall’8 al 12 marzo.

Non vedo l’ora di rituffarmi senza esitazioni tra tutto ciò che quest’anno ha da offrire: racconti tra cui perdersi, personaggi dai quali farsi condurre, per seguire passo dopo passo questo evento ricco di iniziative ed innovazioni.

Io sono pronta a lasciarmi guidare dalle parole, da quelle scritte a quelle recitate dai vari ospiti in programma a Tempo di Libri. Con la speranza poi di tornare a casa ricca di nuovi libri scommessa che mi faranno emozionare e dire Solo più un capitolo! E voi?

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