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Cinespresso | March 29, 2024

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“Omicidio all’italiana” e la satira 2.0 di Maccio Capatonda

Ireneo Alessi

Review Overview

Cast
7.5
Regia
6.5
Script
7.5

Rating

Dopo "Italiano medio" Maccio ostenta il suo interesse per lo Stivale tirando nuovamente in ballo la nazione a partire dal titolo. È la storia di un omicidio a “luci grosse” che mira a diventare più famoso di Cogne. Una satira dolce-amara che premia ancora una volta l’instancabile attività di Capatonda portata avanti sul fronte del web e della tv. Nel suo genere, un film rotondo con una comicità sempre più vicina alla sua formula definitiva che fa ridere e riflettere.

Anno: 2017 Distribuzione: Medusa Film Durata: 94’ Genere: Commedia Nazionalità: Italia Produzione: Lotus Production, Leone Film Group Regia: Maccio Capatonda Uscita: 2 Marzo 2017

Dopo “Italiano Medio”, arriva nelle nostre sale, distribuito da Medusa in 400 copie, “Omicidio all’italiana”, la seconda fatica di Maccio Capotonda e soci

Ritroviamo la sagace compagnia, unica nel suo genere, di Marcello Macchia, Luigi Luciano ed Enrico Venti. Naturalmente stiamo parlando degli amati quanto incompresi geni della comicità made in Italy che da anni popolano con personaggi e gag tutto l’etere ovvero Maccio Capatonda, Herbert Ballerina e Ivo Avido.

Di recente, li avevamo incontrati durante la presentazione di “Quel bravo ragazzo” il film diretto da Enrico Lando. Ma questa è un’altra storia…

Siamo ad Acitrullo, un piccolissimo borgo del centro-sud, non molto lontano da Campobasso. Per contrastare lo spopolamento e rendere famoso il paese, l’improbabile Sindaco Peluria (Capatonda) e il suo vice Marino (Ballerina) inscenano l’omicidio di un’anziana signora, morta in realtà per cause accidentali. La notte gli presenta un’occasione d’oro e il piano riesce. L’intero paese, poco più di una dozzina di abitanti, viene subito inondato di giornalisti, troupe televisive e turisti che accorrono per farsi immortalare nei luoghi della tragedia, acquistare souvenir tematici e ‘vivere’ in pratica questo mondo un po’ degenerato che ultimamente ci circonda con abitudini esaltanti quanto discutibili.

Sul caso indagheranno il Commissario Fiutozzi (Gigio Morra) e l’alacre Gianna Pertinente interpretata da uno dei volti della tv, la romana Roberta Mattei. Nel cast anche Sabrina Ferilli che veste gli abiti di Donatella Spruzzone conduttrice in auge del programma “Chi l’acciso?”, la Antonia Truppo di Lo chiamavano Jeeg Robot e Fabrizio Biggio alias il venditore ambulante ‘africano’ di nome Antonello, un personaggio dall’animo sempre attuale ma meno demenziale che sa lanciare un’onesta riflessione sui veri emarginati della società di oggi.

Il film, scritto da Macchia stesso con Gianluca Ansanelli e Sergio Spaccavento, stavolta alza la posta avvicinandosi finalmente ad una formula di comicità più completa, meno volgare e dunque matura.

Una parodia visibile sin dai primi minuti con il fattorino di “Ammazzon” e che scende via via in profondità fra neologismi, devozioni a “santi” di un certo spessore, e-commerce politici, viaggi sventura, infermità razziali e bande ‘larghe’ delineando uno spaccato della società contemporanea e della televisione fino a strizzare l’occhio al filone di programmi quali “Chi l’ha visto?” della Sciarelli e molti altri. A oggi sono troppi i palinsesti il cui perno dello share si colloca in quella sottile regione tra giornalismo investigativo e l’intrattenimento tout-court. Una materia che non può che essere utilizzata dall’autore per una satira efficace la quale ribadisce come la realtà e il paradosso si prendano a braccetto più di quanto non si pensi e che la verità, con la maiuscola, in quella scatola chiamata tivvù non conti più nulla. Buona riflessione ma soprattutto buon divertimento!

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