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Cinespresso | April 19, 2024

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Rogue One: a wonderful story

Ireneo Alessi

Review Overview

Cast
7
Regia
7
Script
7

Rating

Il nuovo tassello della saga più amata di tutti i tempi è un diesel. Si entra a fatica in una trama cupa, nient'affatto coadiuvata dalla visione stereoscopica per uscirne decisamente rinfrancati, grazie a un'efficace seconda parte. Cambiano i tempi, i pubblici ma il fascino di Star Wars rimane, nonostante i grandi compromessi del mercato.

Anno: 2016 Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Durata: 133’ Genere: Fantascienza, Azione, Drammatico Nazionalità: Usa Produzione: Lucasfilm Regia: Gareth Edwards Uscita: 15 Dicembre 2016

Un film che è già un evento, un apostrofo tra la prima e la seconda trilogia di Star Wars. Nelle sale italiane in 750 copie, “Rogue One: A Star Wars Story” inaugura una nuova serie cinematografica

La saga frutto del genio indiscusso di George Lucas continua la sua eco galattica aggiungendo altre tessere al mosaico e nuovi accoliti. Dopo “Il Risveglio della Forza”, settimo capitolo curato dal prolifico J.J. Abrams, prende il largo la Star Wars Anthology, una serie di spin-off basati sui personaggi e sugli episodi chiave della saga al fine di sondarne i retroscena e ampliare al massimo l’esperienza di spettatori e fan.

Diretto da Gareth Edwards e prodotto da Kathleen Kennedy, il film vede un gruppo male assortito di eroi alle prese con una missione suicida per sottrarre i piani de la Morte Nera, la più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero. Un evento cruciale nella narrazione di Star Wars che determinerà le sorti di tutta la saga e che non poteva rimanere nell’ombra. Da improbabile gruppo, dunque, a Rogue One. Singole storie marginali che diventano parte di qualcosa di più grande: la ‘Storia’ stessa di Star Wars.

Quello di Edwards è un banco di prova durissimo. Sebbene abbia sempre dichiarato che Star Wars è una delle ragioni per cui ha scelto di diventare regista, l’aspettativa è elevata. Rogue One è il film della maturità della saga: meno ‘favola’ e più ‘realtà’ di matrice stellare. È un inizio difficile dove si fa fatica ad entrare nella narrazione: i contorni sono cupi e la visione stereoscopica senza IMAX non aiuta. Ovunque si percepisce l’assenza di quella “Nuova Speranza” e si respira invece la drammaticità della guerra con le sue infinite vittime. In uno scenario fatto di diffidenza e alleanze mal riposte, si muovono questi nuovi e ignari eroi sulla cui vita pende incessantemente la spada di Damocle. Dopo la Rey del settimo film e, naturalmente, la cara Principessa Leia, è la volta di una nuova protagonista femminile, Jyn Erso interpretata da Felicity Jones, nota per la candidatura agli Oscar con La teoria del tutto, e qui affiancata da attori del calibro di Diego Luna, Alan Tudyk, Donnie Yen (Ip Man), Jiang Wen, Madds Mikkelsen e Forest Whitaker. Protagonisti intrepidi quanto effimeri ma capaci di grandi sacrifici. Non è un caso che fra gli sguardi algidi degli umani, la nota di colore sia data da K-2SO, un droide imperiale riprogrammato e senza peli sui ‘circuiti’ che si conquista subito la pole position tra i preferiti dell’intera opera.

Gareth riesce a creare un film adatto a tutte le età amalgamando il suo senso dell’umorismo con la narrazione

Non mancano, poi, i riferimenti al resto della saga nonché piacevoli cammei rigorosamente ‘digitali’ che faranno trasalire gli animi degli spettatori. Al fianco di attori in carne e ossa vi sono, inoltre, 30 creature dall’aspetto davvero realistico, disegnate ad hoc e in grado di muoversi in sintonia con gli ambienti hi-tech fedelmente mutuati dall’Episodio IV. Peccato che il ritmo del film sia incostante. Personaggi trainanti quali Jyn e Cassian non sono caratterizzati a sufficienza e la loro caratura emotiva latita facendo perdere mordente in tutta la prima parte.

La pellicola nata da un’idea del supervisore degli effetti visivi, John Knoll che condivide una lunga storia con i film di Star Wars riesce ad ogni modo nell’intento di abbracciare il pubblico di nostalgici insieme alle nuove generazioni grazie anche alla colonna sonora firmata dal premio Oscar Michael Giacchino (Star Trek: Beyond, Zootropolis) che include la musica originale di John Williams. Un film da vedere e rivedere.

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