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Cinespresso | April 24, 2024

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“Animali Notturni” e le inesplorate strade della ‘mente’

Ireneo Alessi

Review Overview

Cast
8.5
Regia
7
Script
8.5

Rating

Un racconto fosco e amaro che s'imprime e fende la coscienza dello spettatore, come un faro nella notte, con un avvio grottesco ed un torvo epilogo. Come sempre una storia di amore e di vendetta. Si torna a casa ancora con il batticuore. Da vedere almeno una volta nella vita, come le ex!

Anno: 2016 Distribuzione: Universal Pictures Durata: 115’ Genere: Thriller Nazionalità: Usa Produzione: Focus Features Regia: Tom Ford Uscita: 17 Novembre 2016

Il re Mida Tom Ford al cinema con Amy Adams e Jake Gyllenhaal

Sono trascorsi sette anni dall’ottimo “A Single Man” il film d’esordio dello stilista Tom Ford con protagonista Colin Firth nei panni del professore omosessuale, un ruolo che valse all’attore la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile e che portò al regista diverse nomination. Adesso Ford ci riprova dirigendo Animali Notturni (Nocturnal Animals), un film basato sul romanzo “Tony e Susan” di Austin Wright. Come per il precedente, sua anche la sceneggiatura, vero punto di forza del film. Non è un caso, infatti, che alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia di quest’anno abbia vinto il Leone d’Argento.

Con un incipit grottesco e alquanto sui generis, che ricorda da lontano l’estetica visionaria di Fellini, Ford muove le prime pedine in questa tenebrosa scacchiera che coincide letteralmente con l’esclusivo opening della gallerista Susan Morrow (Amy Adams), lì dove le modelle “curvy” prendono il posto dei freaks d’un tempo… All’eleganza della sua protagonista femminile Ford contrappone la concretezza di Jake Gyllenhaal, nei panni dell’ex, nonché protagonista del romanzo.

La loro è una storia controversa. Susan è proprietaria di una prestigiosa galleria d’arte contemporanea. Ha un marito affascinante e una bellissima figlia. Nella vita ha preso le sue decisioni e queste l’hanno portata proprio, dove voleva stare, purtuttavia è inquieta, sente che le manca qualcosa. Il suo sguardo sarà catturato da un romanzo recapitatole dal suo ex-marito Edward, al punto da divenire quasi un’ossessione, il cui protagonista e la stessa trama sembrano avere qualcosa di molto familiare.

Il manoscritto è violento e devastante. Una storia di amore e vendetta che ribadisce come dietro a un grande scrittore si celi spesso un grande dolore… la letteratura ne è pregna. Racconta la storia di Tony Hastings e della sua famiglia. Durante un viaggio in macchina in notturna vengono attaccati e spinti fuori strada da una gang di balordi del Texas. Per rimediare al male subito Tony farà di tutto per rimettersi sulla loro strada in cerca della “sua” accecante rivalsa. Davanti a questo thriller fosco come la notte dove romanzo e realtà si confondono Susan vacilla lasciando affiorare ricordi e rimorsi. È l’inizio della voragine esistenziale che la porterà a comprendere il senso di quelle scelte e di quella vita che fino ad allora le sembravano così infallibili.

Ford getta uno sguardo intimo negli anfratti delle nostre coscienze. La sua Susan è il prototipo dell’assurdo presente nel nostro mondo. In questa vita popolata da cultura-spazzatura e vacui riferimenti, l’immersiva immedesimazione nei personaggi è fulminea. Emblematica la dichiarazione dello stesso regista:

«È una parabola sul venire a patti con le scelte che facciamo nel corso della vita e con le conseguenze che le decisioni possono comportare. In una cultura fortemente usa e getta in cui tutto, anche i rapporti, può essere facilmente buttato via, questa è una storia di lealtà, dedizione e amore. Una storia che parla dell’isolamento che sentiamo e dell’importanza di valorizzare i legami personali che ci sostengono nella vita»

Altro ruolo vitale nel cast è quello di Michael Shannon, perfetto nei panni dello sceriffo consunto e dall’etica singolare, lontano anni luce dalla fierezza del generale Zod mostrata ne “L’uomo d’acciaio”. Troviamo poi Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher e anche un’altra piacevole presenza per i fan di Jake e di Donnie Darko, vale a dire Jena Malone. Un cast che unito a una sceneggiatura eccellente mette in secondo piano alcune delle scelte discutibili sul piano visivo. Di fronte alla natura sfaccettata dell’opera, infatti, il regista cede al fascino di più stili, in primis a Lynch, finendo per amplificare la disgregazione del suo nucleo narrativo anziché cementarlo.

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