Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Cinespresso | March 19, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

“Quel Bravo Ragazzo”, il lato buffo della mafia secondo Herbert Ballerina

Ireneo Alessi

Review Overview

Cast
6.5
Regia
6
Script
6

Rating

Un film scaccia-mafia dalla comicità composta e mai volgare, lontana dal nonsense tipico di Maccio, che con la sua leggerezza e ironica semplicità saprà farsi apprezzare da tutti. Forse non adatto a chi soffre di "claudiofobia"!

Anno: 2016 Distribuzione: Medusa Film Durata: 83′ Genere: Commedia Nazionalità: Italia Produzione: Medusa Film, Lotus Production Regia: Enrico Lando Uscita: 17 Novembre 2016

Herbert Ballerina torna al cinema con un ruolo tutto suo: un improbabile boss della mala specializzato in “problem solving”…

Che Herbert Ballerina finisse in un film da protagonista c’era da aspettarselo. È il sogno proibito comune a tante spalle del cinema e della tv anche se non sempre porta i suoi “frutti”. Stavolta l’impresa è affidata a Enrico Lando quello dei due film de “I soliti idioti” e del più recente “Amici come noi”, titoli non proprio riusciti ma con un folto seguito di pubblico che hanno fatto molto parlare, nel bene e nel male. Cresciuto professionalmente in quel di Londra, dove ha potuto saggiare le sue doti autoriali; a oggi la sua produzione comprende anche documentari e produzioni televisive.

La storia. Un potentissimo boss mafioso ormai in fin di vita decide di lasciare il comando della sua spietatissima cosca al figlio che non ha mai riconosciuto. Ovviamente non ne conosce l’indole, ma ne intuisce amaramente la pasta proprio in punto di morte… Il suo nome è Leone, un antieroe goffo, avulso dalla realtà che possiede una purezza e un candore disarmante, come certe sue risposte. Succeduto al padre, quel tanto innocuo quanto imbranato figlio che fa il chierichetto e che ha vissuto da sempre in uno sperduto orfanotrofio del sud Italia, sarà chiamato a gestire un’azienda che “risolve i problemi” contro una criminalità sempre più globalizzata fatta di russi, cinesi e persino calabresi!

Per il 36enne nativo di Campobasso Luigi Luciano, in arte Herbert Ballerina, questa è la prima prova da “solista” dopo una vita da eterno secondo che lo ha visto al fianco, oltre che del fidato compagno di sketch Maccio Capatonda, prossimamente in uscita con il suo secondo film “Omicidio all’italiana”, anche di Zalone in “Che bella giornata” e in altre fugaci apparizioni. Oltre al già citato Capatonda, qui nei “paramenti sacri” di don Isidoro, un cast di tutto rispetto accomunato dall’inconfondibile idioma siculo come i “soliti noti” Tony Sperandeo, Enrico Lo Verso, Ninni Bruschetta e Jordi Mollà, volto del suscettibile boss del narcotraffico colombiano. Speculare al ruolo di Leone, nonché piacevole presenza, è la figura femminile di Daniela Virgilio (Sonia), una poliziotta sotto copertura che avrà un ruolo chiave. Dal coraggioso horror indipendente “Il bosco fuori” di Gabriele Albanesi a Third Person e Good As You, passando per la serie televisiva Romanzo criminale di Sollima, la giovane attrice romana ha dimostrato di essere davvero versatile.

La sceneggiatura è stata un parto plurigemellare fra il prolifico Gianluca Ansanelli, il regista Lando e lo stesso Luciano insieme ad Andrea Agnello e Ciro Zecca. La storia trattando di mafia è naturalmente tutta “made in sud” e come oramai delineato negli anni, si veda anche un richiamo alla riuscitissima attività di Pif, tenta di trattare l’argomento con innocenza e ironia giocando ovviamente sui cliché e sulle imbarazzanti prove che dovrà affrontare il giovane boss. Non manca poi uno sguardo sulla società letteralmente impazzita per i social network, dove esiste una app, “iPizzo”, che semplifica persino la riscossione delle somme di denaro da parte della mafia che approda così anche sui “social”. Insomma un film scaccia-mafia dalla comicità composta e mai volgare, farcita di equivoci e lontana dal nonsense del pianeta Maccio, che con la sua leggerezza e semplicità sa accompagnare il sorriso nei volti di chi lo guarda. Baciamo le mani.

Submit a Comment