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Cinespresso | April 24, 2024

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Cinema: In viaggio con il “Doctor Strange”

Ireneo Alessi

Review Overview

Cast
8.5
Regia
8
Script
7.5

Rating

Affascinante e imponente, con un look visionario, Doctor Strange è un titolo ambizioso che porta i fan della Marvel a espandere nuovamente il proprio immaginario. I più lo adoreranno. Tutti gli altri potranno vivere l’esperienza di un viaggio immersivo e multiverso in stile Inception.

Anno: 2016 Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Durata: 115′ Genere: Azione, Avventura, Fantasy Nazionalità: Usa Produzione: Kevin Feige Regia: Scott Derrickson Uscita: 26 Ottobre 2016

L’universo cinematografico della Marvel allarga i confini con Doctor Strange, il 14esimo film della casa distribuito nelle sale da The Walt Disney Company Italia in oltre 600 copie

È un viaggio inaspettato quello che si presenta subito dopo aver varcato le maniglie antipanico ed essersi fatti strada tra le vellutate poltrone della sala. In una mano gli occhialetti 3D, nell’altra lo sguardo fisso sull’orologio in attesa che inizi il film. C’è sempre molto interesse nei confronti di ogni pellicola sui supereroi, verso quello che è diventato ormai un vero e proprio genere. Non fa eccezione il Doctor Strange diretto da Scott Derrickson (noto per The Exorcism of Emily Rose, Sinister) e sceneggiato insieme a Jon Spaihts e Robert Cargill.

La storia, tratta dall’omonimo personaggio dei fumetti, è quella del brillante Stephen Strange inevitabile il collegamento con un altro genio arrogante della casa delle ‘meraviglie’, il Tony Stark di Iron Manche a seguito di un terribile incidente è costretto a non poter far più leva su ciò che lo ha reso il migliore neurochirurgo al mondo, le sue mani. Dopo aver tentato tutte le strade dell’avanguardia medica, durante un viaggio in Nepal, approda al mondo delle arti mistiche scoprendo che tutta la conoscenza su cui aveva fondato l’intera vita non era che la prima pagina di un manoscritto assai più ampio. Ciò che ne segue rientra nei canonici ranghi della genesi dell’eroe e nel film funziona ottimamente.

A vestire i panni del dottor Stephen Strange è l’ormai celebre Benedict Cumberbatch (12 Anni Schiavo, The Imitation Game), il quale ha trascorso del tempo con svariati neurochirurghi per entrare a fondo nel ruolo. Mentre il regista con il direttore della fotografia e lo scenografo hanno visitato numerose sale operatorie di New York per ricreare il realistico ambiente ospedaliero che è parte dell’attendibilità del film. Completano il cast Mads Mikkelsen, Rachel McAdams, Tilda Swinton (davvero efficace con la sua presenza androgina nei panni dell’Antico) e Chiwetel Ejiofor che diverrà il Barone Mordo, storico antagonista del dottor Strange. Forse era il caso di approfondire anche gli altri personaggi dando loro maggiore corposità, ma nelle quasi due ore di film era difficile da mettere in atto.

C’è un aspetto prevalente in tutta la pellicola, vale a dire l’estetica. Visivamente imponente, il nuovo film Marvel, prodotto fra l’altro da Stan Lee – immortalato stavolta mentre si trova a bordo di un autobus immerso nella lettura de “Le porte della percezione” di Aldous Huxley, giusto per non farsi mancare nulla – risulta essere una vera chicca. Un caleidoscopico ripetersi d’immagini dai facili richiami escheriani che a tratti ricorda i grattacieli di Nolan, a tratti i mondi riflessi di Gilliam, tra frattali e tessere di un mutevole mosaico che si disfa e si ricrea davanti agli occhi lucidi di protagonisti e astanti con uno stile visionario. Un viaggio magico nei meandri dello spazio semiconosciuto dove la psichedelia la fa da padrone. Cattura anche il connubio con la scienza. C’è la ricerca personale, un ottimo cast, effetti visivi strabilianti, location di tutto rispetto tra cui Hong Kong e New York, tanta azione e umorismo quando serve. Gli elementi ci sono tutti eppure non è sufficiente. Studio e pratica hanno reso il dottor Stephen Strange ciò che è. Ma al film non basta. Nella realtà la formula perfetta tuttora non esiste e sfugge di mano alla Marvel nonostante si avvicini sempre più come Achille e la tartaruga.

Resta che il film sia debitore di titoli quali Inception e il ‘sempreverde’ Matrix con la conseguente difficoltà che tutto questo non basti per stupire i ‘pubblici’. A voler trovare un neo si può affermare che in quest’opera manchi un po’ di pathos, quell’autentico pugno allo stomaco che porta lo spettatore, in un’iperbole di emozioni, a temere per ciò che succederà, di qualunque cosa si tratti. Per chi rimane fino alla fine ci sono ben due filmati dopo i consueti titoli di coda. L’uscita del film in Italia è per il 26 ottobre, in anticipo sugli Stati Uniti la cui data prevista è il 4 novembre in 3D e Imax 3D.

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