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Cinespresso | April 25, 2024

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“Sopra di me il diluvio” al Teatro Vascello di Roma

“Sopra di me il diluvio” al Teatro Vascello di Roma
Miriam Larocca

Review Overview

Interpretazione
7
Regia
7
Drammaturgia
7

Rating

In un assolo feroce e di grande forza drammaturgica, il lavoro di Enzo Cosimi, tecnicamente rigoroso e sperimentale calibra bene la colonna sonora costruita tra Chris Watson, Petro Loa, Jon Wheeler, il disegno luci di Gianni Staropoli, i video di Stefano Galanti il tutto trascinato con forza dal corpo di una performer che riesce, al contempo, a comunicare il senso di vita e di morte.

Una danza scarna si compie sul tappeto di macerie della nostra società”

Il suono gracchiante di volatili, il fumo che annebbia la vista e il rumore di un forte vento, sono gli elementi che danno il via allo scenario apocalittico costruito da Enzo Cosimi per “Sopra di me il diluvio”, lo spettacolo vincitore del premio Danza&Danza come miglior produzione italiana alla Biennale Danza del 2014 e del Premio Tersicore 2015 a Paola Lattanzi come “Migliore interprete femminile contemporaneo”, in scena nuovamente al Teatro Vascello fuori rassegna.

Non appena lo sguardo riesce a oltrepassare la coltre di grigiore artificiale si delineano altri elementi in grado di rendere, se possibile, l’atmosfera ancora più inquietante, recuperando immediatamente nell’immaginario visivo e sonoro dei ricordi, pezzi staccati di “Videodrome”, “2001 Odissea nello spazio”, “Uccelli”: ossa di vario genere, poltrone vintage, un televisore acceso ma rotto, quasi fosse un sibillino “le trasmissioni riprenderanno al più presto possibile”.

E, mentre sembra di sbattere contro le pellicole su cui è rimasta impressa parte della storia del cinema mondiale, una figura che è insieme Uomo, Donna, Animale, attira il nostro sguardo e ci rende spettatori complici della sua battaglia contro la scoperta e la riscoperta di un mondo. Del mondo.  Una danza scarna si compie sul tappeto di macerie della nostra società contro cui, a volte si combatte, e con cui altre volte, ci si fa scudo. Nel doloroso rapporto dell’Uomo con la Natura nella società contemporanea, il diluvio è metafora di un fenomeno in grado di distruggere ma spazzare anche via, di sommerge e far riemergere, un fenomeno che devasta, colpisce ma forse poi, guarisce.

Persi i tacchi, tolti gli indumenti, conclusi i giri incessanti attorno al perimetro dell’esistenza, la necessità è quella di respirare, prendere quanto più fiato possibile per immergersi finalmente in una nuova acqua, liquido amniotico che protegge la rinnovata visione, divenendo, con nuovi costumi e nuovi movimenti, protagonista di una danza tribale, arcaica e rigeneratrice.

Ed è ora che il televisore, dispositivo fino a quel momento malfunzionante, non è più muto e vuoto ma scatola distributrice di immagini paralizzanti prima, stimolatrici poi. Si tratta del continente africano, come dice lo stesso coreografo in una sua dichiarazione: «Un’Africa urlata, violata che, nonostante i massacri senza fine a cui è sottoposta da sempre, riesce a restituirci una visione di speranza. Il continente a forma di cuore che da una mammella rinsecchita, riesce ancora a donarci una goccia di latte, insieme lacrima insieme linfa vitale.

In un assolo feroce e di grande forza drammaturgica, il lavoro di Enzo Cosimi, tecnicamente rigoroso e sperimentale calibra bene la colonna sonora costruita tra Chris Watson, Petro Loa, Jon Wheeler, il disegno luci di Gianni Staropoli, i video di Stefano Galanti il tutto trascinato con forza dal corpo di una performer che riesce, al contempo, a comunicare il senso di vita e di morte.

Lo spettacolo che prosegue la sua tournée estiva, sarà in scena il 30 luglio per la XXXV edizione del Festival Internazionale Orestiadi di Gibellina, accompagnato dal percorso di visione per il pubblico “Incontrarsi e Rivedersi”.

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