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Cinespresso | April 20, 2024

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Money Monster: L’altra faccia del denaro

Andrea Di Cosmo

Review Overview

Cast
8
Regia
9
Script
8

Rating

Jodie Foster dirige abilmente un thriller dai risvolti sociali sui disastri finanziari ai danni della gente comune, un po' di ironia allo star system televisivo e i rapporti umani con la relatività della responsabilità. Ottimo uso del metalinguaggio televisivo di una diretta mondiale per mostrare i personaggi e le loro interiorità che usufruisce delle buone interpretazioni di Jack O'Connell, Julia Roberts e un ispirato George Clooney.

Anno: 2016 Distribuzione: Warner Bros. Pictures Durata: 98′ Genere: Thriller Nazionalità: Usa Produzione: Smokehouse / Allegiance Theater  Regia: Jodie Foster Uscita: 12 Maggio 2016

La Tv che incontra i brogli della finanza con vite diversamente infelici a confronto

George Clooney e Julia Roberts vestono rispettivamente il ruolo del presentatore televisivo finanziario Lee Gates e della sua produttrice e regista Patty che si trovano in una situazione d’emergenza assoluta quando un investitore: Kyle Budwell  (Jack O’Connell), infuriato per aver perso tutto a causa di un investimento suggerito dal programma, sequestra il presentatore nello studio televisivo con l’uso delle armi. Durante una diretta seguita da milioni di persone, Lee e Patty lottano  contro il tempo per svelare cosa si nasconde dietro una cospirazione all’interno del mercato dell’alta tecnologia globale odierno che viaggia a velocità della luce.

Assistiamo inizialmente all’autoironia dello star system, e della televisione attraverso il cinismo  sarcastico della coppia di divi, interpretati da Julia Roberts e George Clooney, basato sul gioco del piacione che si gode la vita e le donne, il conduttore carismatico della trasmissione e la regista professionale, misurata, acida e sempre sola il venerdì sera. Il programma di consigli finanziari è fatto di siglette, balletti con ragazze carine e sembra ignorare che in gioco ci sono pesanti somme di denaro e il destino di gente comune che si fida e segue quei consigli.

Si entra subito nel vivo di un’altra atmosfera che è il thriller da attentato. Il giovane che ha perso tutti i suoi soldi vuole risposte e la regia ci tiene sul filo mostrando le schermaglie tra il ragazzo e l’anchorman  mentre in cabina di regia Patty seduta, quasi con la sola voce  e intensione dello sguardo partecipa alla vicenda, dialoga e dà consigli all’attentatore e al suo ostaggio.

La regia di Jodie Foster usa il metalinguaggio dello studio televisivo dove attraverso auricolari, altoparlanti, telecamere, schermi, i personaggi interagiscono tra il microcosmo asfittico dello studio e della cabina di regia, fino ai collegamenti con i palazzi della finanza, i luoghi dove fugge un importante presunto responsabile dei disastri finaziari e video dal Sudafrica che nascondo segreti.

Altra abilità è la modificazione continua dei personaggi che non hanno quasi mai una collocazione manichea tra buoni e cattivi, un’introspezione in particolare di un virile e umano confronto tra il giovane attentatore e la star della tv. Il ragazzo ha perso tutto e sembra non avere vie d’uscita, il conduttore pur ricco ha un’esistenza parecchio vuota e un divorzio alle spalle. Non ci sono veri responsabili e veri vincitori, sia da una parte sia dall’altra di chi gestisce i soldi.

Mescolando le prospettive in campo la salvezza delle vite diventa uno slancio per la scoperta della verità e qui effettivamente si scivola un po’ nell’eroismo americano per cui anche i peggiori possono redimersi per la ricerca del bene ma il tutto è ampiamente compensato dall’impianto generale, tuttalpiù che le tesi del film rimangono comunque amare, poiché in fondo la verità non diventa sempre notizia o non sempre come si dovrebbe; le vittorie non sono sempre effettive e qualche volta forse morali. Anche i milioni di spettatori che seguono la vicenda in diretta mondiale non avranno tutti la stessa idea e qualunque entità assuma il dramma, passato il clamore mediatico si torna sempre alla propria vita e interessi, qualunque vaso di Pandora venga scoperchiato e qualunque verità possa venire fuori anche se riguarda tutti ma per molti spesso è meglio non vedere.

L’interpretazione di Jack O’Connell del ragazzo giovane disperato è calzante, quelle di Julia Roberts e soprattutto quella di George Clooney sono incisive e si riconducono all’abile regia di Jodie Foster alla sua nuova conferma come personalità e artista sempre più brava e interessante.

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