Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Cinespresso | April 25, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

The Hateful Eight, l’ottava meraviglia di Quentin

Martina De Angelis

Review Overview

Cast
8
Regia
8
Script
7.5

Rating

Quentin Tarantino torna in grande stile con il suo ottavo film, un sapiente mix tra western e giallo, condito dalle sue caratteristiche più amate come lo splatter, l'ironia dissacrante, l'estrema violenza. Una regia perfetta, un cast stellare che si supera con una recitazione di altissimo livello, e le musiche meravigliose di Ennio Morricone rendono questo film un piccolo gioiello dedicato ai cultori della settima arte.

Anno: 2015 Distribuzione: Leone Film Group e Rai Cinema  Durata: Ultra Panavision 70mm 187′, digitale 167′  Genere: Azione, Western Nazionalità: Usa Produzione: The Weinstein Company Regia: Quentin Tarantino Uscita: 4 Febbraio 2016

Torna il geniale Quentin Tarantino col suo film più introspettivo e ricercato, un western d’altri tempi con l’immancabile “tocco tarantiniano” di violenza e sangue

Ottavo film, otto protagonisti, otto “odiosi” personaggi che nascondono segreti su segreti: Quentin Tarantino torna con la sua ottava fatica e lo fa in grande stile.

Diverso dai suoi ultimi lavori, pieni di azioni e molto scorrevoli, Hateful Eight è un ritorno al passato, un western che strizza l’occhio ad un giallo, costruito su dialoghi, parole non dette, silenzi che portano a un crescendo sempre più intenso che poi scoppia in un bagno di sangue che non deluderà i fan del Tarantino più splatter.

Ma andiamo con ordine: i nostri odiosi otto sono una serie di personaggi magistralmente caratterizzati e mirabilmente interpretati da alcuni degli attori più cult del regista (divino Samuel L. Jackson, scatenato Kurt Russel, sempre perfetto Tim Roth, sorprendente Walton Goggins), più o meno sconosciuti uno all’altro, che si ritrovano bloccati da una tempesta di neve in un emporio disperso tra le montagne del Wyoming, unica tappa prima di Red Rocks, la destinazione dove tutti dovrebbero recarsi. Cacciatori di taglie, ex soldati e generali dell’appena conclusa guerra fra Nord e Sud, boia e sceriffi: sette uomini e una donna (Jennifer Jason Leigh è superba), nessuno dei quali del tutto innocente; conosciamo ognuno dei personaggi, impariamo a chiamarli per nome, ma non ci si affeziona a nessuno, perché tra loro non ci sono eroi, solo personalità ambigue.

Non scendiamo in ulteriori dettagli, perché non vogliamo rovinare le sorprese (e non ne mancano di certo, soprattutto nella seconda metà del film!), ma già così è facile capire che sembra quasi una pièce teatrale più che una storia da cinema. La maggior parte delle scene infatti è ambientata proprio nell’emporio di Minnie, centro nevralgico della vicenda abbandonato solo nel prologo e in qualche flashback, e l’impressione che si ha è proprio quella di essere bloccati lì con gli otto protagonisti, senza via di scampo e con tanti dubbi sui compagni di permanenza.

Non vi preoccupate: come dicevo, non manca la solita dose di violenza tarantiniana, che esplode nell’ultima parte del film e non risparmia niente allo spettatore, una goduria per gli appassionati di questo aspetto del regista. Stavolta però l’impressione è che Tarantino, più che su azione e violenza, voglia concentrarsi sull’introspezione, sul costruire lentamente un’atmosfera grottesca e surreale fino ad un climax che poi sfocia in splatter senza timore. Non mancano i suoi tratti distintivi come la divisione in capitoli, i cambi di prospettiva nel raccontare la storia, la spasmodica cura dei dettagli, tutte caratteristiche che l’appassionato guarderà con piacere come ad un vecchio amico ritrovato.

“Non un avvertimento, non una domanda. Una pallottola!”

Questo non è un film per i ragazzini con la maglia di Pulp Fiction “perché è cool”, questa è una pellicola intensa, fatta apposta per i cultori del cinema, piena di dettagli studiati, realizzata con una raffinatezza sublime. Tarantino ha voluto compiere un salto all’indietro e registrare il film su pellicola, come un tempo; noi abbiamo avuto la fortuna di vederlo trasmesso proprio cosi, in 70 mm, in un’atmosfera resa ancora più surreale dalla location, il mitico Teatro 5 di Fellini all’interno degli Studios di Cinecittà, tutto colorato di rosso e adibito a sala cinematografica.

La visione in questo formato è stata un’esperienza di altri tempi, la tecnica esalta ancora di più la cura e la classe con cui tutto è realizzato: i panorami solitari e la neve che imperversa sembrano vivi, sono parte stessa della storia, i colori all’interno della baracca sono antichi, i personaggi sembrano usciti da un’altra epoca e quando i loro volti si fanno luridi e sporchi di sangue ti sei ormai dimenticato di essere nel 2015.

A completare la potenza degli ambienti, la cura nel ricostruire ogni singolo dettaglio, la ricercatezza dei costumi che sembrano dei veri pezzi vintage dell’epoca, c’è la musica, e tutto il nostro orgoglio italiano: Ennio Morricone, che Mr. Tarantino ha definito meglio di Mozart, maestro indiscusso delle colonne sonore western, crea brani potenti, ipnotizzanti, che accompagnano perfettamente la cupezza, i momenti di ilarità, la tensione, la violenza che mano a mano si alternano sullo schermo.

La sua sceneggiatura più claustrofobica, il suo film più sofisticato, una ricerca minuziosa per ridare vita al passato senza perdere però la sua dissacrante ironia, la sua grottesca violenza: Quentin Tarantino crea un altro gioiello, apportando innovazione alla sua solita ricetta ma senza tradire il suo solito spirito. Vedere un film come The Hateful Eight è un regalo per chi ama il cinema vero, non quello di semplice illusione; un’esperienza da provare e consigliare, per chi vuole sperimentare il grande cinema.

Curiosità:

  • Il film è stato veramente girato in Wyoming (oltre che in uno studio di Los Angeles congelato a dovere per ricreare il freddo degli interni), ma un inverno mite ha rischiato di ritardare la produzione, a cui servivano tempeste di neve. Così sono state organizzate le riprese interne quando c’era il sole e quelle in esterna quando nevicava, meteo sempre alla mano e cast sempre disponibile in caso il tempo fosse cambiato.
  • Non esistono controfigure nei film di Tarantino, gli attori imparano a fare tutto: è il caso di Jennifer Jason Leigh, che ha imparato appositamente a suonare la chitarra per il film pur non avendo mai toccato una corda, o di Zoe Bell e James Parks, che si sono cimentati nella’ardua impresa di imparare a condurre un carro tirato da sei cavalli.
  • The Hateful Eight ha esordito il 19 aprile 2014 con una lettura dal vivo della sceneggiatura per una causa umanitaria, e Tarantino l’aveva scritta appositamente per questo evento, che doveva essere unico. Ma il pubblico alla lettura è impazzito, e il successo riscosso è stato così grande che il regista si è convinto a farlo diventare un film.
  • Nelle sale il film sarà distribuito in digitale in una versione ridotta di venti minuti, ma il road show previsto in tre location esclusive (Cinecittà a Roma, il Cinema Arcadia a Melzo e la Cineteca di Bologna), sarà rigorosamente in 70mm proprio per volere del regista che ha deciso di regalare ai suoi fans un’esperienza d’altri tempi.
  • Sono tre le nomination all’Oscar ricevute dal film, tra cui – oltre a quella per la migliore colonna sonora per il nostro Ennio Morricone, già vincitore anche del Golden Globe – quella per l’attrice non protagonista, Jennifer Jason Leigh, e per la fotografia di Robert Richardson, a dir poco spettacolare.

Submit a Comment