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Cinespresso | March 28, 2024

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Terminator Genisys, nel tempo per la salvezza

Andrea Di Cosmo

Review Overview

Cast
7.5
Regia
7.5
Script
7.5

Buono

Il gioco potenzialmente infinito di riscrittura del destino e delle azioni della saga continua in modo coinvolgente, mostrando varie versioni dei personaggi, in epoche diverse, e un godibile Schwarznegger come Terminator maturo. Azione e sentimenti continuano in un racconto suggestivo.

Anno: 2015 Durata: 119′ Distribuzione: Universal Genere: Avventura, Azione, Thriller, Fantascienza Nazionalità: Usa Produzione: Paramount Pictures, Skydance Productions Regia: Alan Taylor Uscita: 9 Luglio 2015

Rielaborazione di una saga col maturo e compiaciuto ritorno di Arnold Schwarzenegger

Quando John Connor (Jason Clarke), leader della resistenza umana, spedisce indietro nel tempo nel 1984 il Sergente Kyle Reese (Jai Courtney) per proteggere Sarah Connor (Emilia Clarke) e salvaguardare il futuro, un evento inaspettato crea una frattura nella linea temporale. Così, il Sergente Reese si ritroverà in un passato nuovo e sconosciuto, in cui dovrà fronteggiare un nuovo terminator T-800, il Guardiano (Arnold Schwarzenegger), nuovi pericolosi nemici, ed una nuova missione inaspettata: per “ripristinare il futuro”.

Tutto era cominciato nel 1984 con un cyborg arrivato dal futuro, di nome Terminator, protagonista del film omonimo diretto da James Cameron. Intervenire nel passato per salvare una catastrofe futura ha dato il via a un affascinante gioco narrativo e d’azione con suggestivi spostamenti dell’asse temporale degli eventi da modificare in epoche diverse. Così non sarebbe tardata a lungo l’idea di resettare Terminator sia per il pubblico appassionato dei film originali, che per una nuova fetta di spettatori. Non si potrebbe nemmeno parlare esattamente di prequel né di reboot a questo punto, poiché la divisione tra passato e futuro qui è davvero relativa.

Alla base c’è la possibilità di creare universi alternativi e diverse linee temporali senza influenzare affatto il materiale originale che coesiste con tutte le possibili diramazioni narrative che la fantasia suggerisce. Così si rivede l’arrivo a Los Angeles nel 1984 ma non è la stessa cosa che ci si aspetterebbe.

Appare anche abbastanza intuitivo che il potenziale fantascientifico della saga si sposi con l’inserimento di tecnologie nella storia e anche per la realizzazione tecnica del film. In questo episodio del 2015 c’è l’idea di un software nocivo che possa conquistare il pianeta attraverso dispositivi smart e relative applicazioni, portando l’umanità alla perdita della privacy, libertà, e informazioni personali. Scenario in affascinante bilico tra futuribile e già possibile.

Tra i punti di attrazione del film è facile notare lo spostamento di piani temporali di personaggi incontrati in epoche diverse, generando a volte un effetto nostalgia. A volte le diverse versioni dei personaggi si incontrano tra loro con un buon uso di tecniche di ripresa, tra cui riusciti controcampi che mostrano i personaggi scoprirsi in modo speculare. Così c’è anche un confronto fra il Terminator più anziano, più vicino all’età attuale di Schwarznegger, e una giovane versione, che ricorda quella d’epoca, con un sapiente uso di tecnologie digitali.

L’idea che i Terminator abbiano vissuto a contatto con gli umani consente che sia plausibile l’invecchiamento dell’epidermide mimetica, così il personaggio di Schwarznegger ha un invecchiamento credibile che consente lo spessore di un personaggio che riprende da decenni, conservando il fascino del connubio della macchina che sembra un umano. Un confronto interessante tra la visibile maturità e il riuscito coinvolgimento visivo delle sue scene d’azione. Un personaggio che si definisce nel film:

“vecchio ma non obsoleto”

In mezzo a tanta azione incalzante e di buon ritmo affiorano anche riflessioni più interiori. Quella sulla determinazione del futuro o la possibilità di cambiarlo. I personaggi vivono esperienze differenti e le riaffrontano diversamente, viaggiando nel tempo. In questa versione hanno potuto riflettere sulle differenze che potrebbero succedere comportandosi in un altro modo. Sarah, la ragazza eternamente da proteggere poiché madre di un salvatore dell’umanità, s’adopera diversamente e lotta anche in prima linea perché non si ripeta sempre lo stesso destino. Si ubbidisce probabilmente a istanze sociali che vogliono i personaggi femminili più intraprendenti anche al cinema ma è anche espressione di un allargamento di prospettiva di pensiero e azione in una serie potenzialmente infinita di “cosa potrebbe succedere” ad ogni viaggio nel tempo o decisione diversa.

Il fascino della saga perdura anche nell’aspetto sentimentale: una storia d’amore che è pericoloso vivere e uno strano rapporto padre e figlia da parte di una macchina, con sole sembianze umane, che cresce una bambina. Un’idea di famiglia che viene sconvolta spesso dove genitori e figli non sono sempre come ci si aspetterebbe e si delineano decisioni paradossali su sacrifici da compiere che sembrano inevitabili. La colonna sonora che richiama il tema della saga ne suggella l’elemento epico e si fa uno dei richiami conduttori. In ossequio ai tempi questo franchise si presenta anche con la versione 3D, non estremamente necessaria, comunque.

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