Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Cinespresso | March 29, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

Forza Maggiore, una valanga matrimoniale

Forza Maggiore, una valanga matrimoniale
Margherita Bordino

Review Overview

Cast
4.5
Regia
4.5
Script
4.5

Rating

Premio della Giuria per la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, Forza Maggiore è un film a tratti metaforico. La grande valanga non è solo un fenomeno della natura selvaggia, ma anche lo scompiglio che si crea tra Tomas e sua moglie mentre sono in vacanza con i figli.

Anno: 2014 Distribuzione: Teodora Film Genere: Drammatico Durata: 118′ Nazionalità: Svezia, Danimarca, Francia, Norvegia Produzione: Plattform Produktion AB, Parisienne, Coproduction Office ApS, Motlys Regia: Ruben Östlud Uscita: 07 Maggio 2015

Come reagiscono gli esseri umani in situazioni improvvise e inaspettate?

In questo interrogativo può essere riassunta l’intera trama del film di Ruben Östlud, vincitore del Premio della Giuria per la sezione Un Certain Regard alla 67esima edizione del Festival di Cannes. Forza Maggiore, nel suo titolo originale Force Majeure, racconta di una famiglia, composta da due genitori e due bambini, in vacanza in montagna. Giorni di relax e spensieratezza che si trasformano in un’infinita e angosciante rabbia.

Durante una valanga Tomas, il padre, scappa via in preda al terrore, non curandosi del resto della famiglia. Questa sua mancata attenzione causa scompiglio nella coppia e porta a galla vecchi rancori. Tomas trascorre i giorni seguenti con la vergogna di essersi abbandonato a un istinto primario, la paura, dimenticando di proteggere moglie e figli.

La valanga non è solo un fenomeno atmosferico, ma anche un’immagine metaforica che descrive quanto accade in quella che per Tomas e la sua famiglia sarebbe dovuta essere un’allegra vacanza da trascorrere uniti, lontano dal lavoro e dal caos della città.

Il regista racconta che la sceneggiatura nasce da un aneddoto riguardante una coppia di suoi amici. I due erano in Sudamerica “quando sono sbucati dal nulla dei tizi con la pistola e hanno aperto il fuoco: il marito istintivamente è scappato, lasciando sola la moglie. Tornati in Svezia, dopo un bicchiere o due di vino, lei iniziava a raccontare questa storia e continuava a ripeterla”. Da questo racconto Östlud ha iniziato una serie di ricerche che lo hanno portato a scoprire di altre storie simili, in cui la gente reagisce in determinate circostanze con grande egoismo. “Ci sono degli studi che dimostrano che buona parte delle coppie che sopravvivono alle catastrofi finiscono per divorziare”, afferma. “Secondo i canoni della società in cui viviamo, gli uomini dovrebbero proteggere le loro donne e loro famiglie, senza indietreggiare davanti al pericolo. Invece, in queste situazioni, sembra siano proprio gli uomini a reagire più spesso con la fuga”.

Forza Maggiore è un dramma esistenziale in cui l’uomo civilizzato deve confrontarsi con le proprie paure, le proprie responsabilità e con la natura selvaggia. Nonostante tutte le buone intenzioni del regista, l’intreccio narrativo è molto debole, i dialoghi sono al limite del reale e lo spettatore non prova quel senso di smarrimento che dovrebbe trasmettergli il protagonista. Due ore che passano troppo lentamente, minuto dopo minuto e la fine si allontana sempre di più. Quando giunge, avviene in un modo così distante e disarmante da far rimpiangere l’intera proiezione.

Un gruppo di persone, tra queste la famiglia finalmente riunita, scende dal pullman che lo riporta verso casa. Un gesto di solidarietà, forse troppo difficile da interpretare. “Noi viviamo delle montagne russe emotive che ci spingono a indossare una maschera fissa per non mostrare quello che siamo davanti agli altri. Nel forte e inaspettato momento di condivisione del finale, per un attimo queste maschere sembrano cadere”. Un senso tanto profondo che il regista non ha saputo rendere al meglio. Questo è uno di quei rari casi in cui il doppiaggio potrebbe salvare l’interesse per il film.

Submit a Comment