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Cinespresso | April 19, 2024

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Maraviglioso Boccaccio, meravigliosi Taviani

Margherita Bordino

Review Overview

Cast
6.5
Regia
6.5
Script
6.5

Rating

Boccaccio ha scritto il Decameron, i fratelli Taviani hanno diretto Maraviglioso Boccaccio. Hanno preso la peste di Firenze e l'hanno trasformata in metafora contemporanea, dimostrando quanto questo classico sia eterno e ancora attuale. Cinque novelle, tutte mosse dall'amore, interpretate da attori noti al grande e al piccolo pubblico.

Anno: 2014 Distribuzione: Teodora Film Durata: 120′ Genere: Commedia Nazionalità: Italia Produzione: Stemal Entertainment, Cinemaundici, Barbary Films, Rai Cinema Regia: Paolo e Vittorio Taviani Uscita: 26 Febbraio 2015

Umana cosa è aver compassione degli afflitti

1348. La peste infuria a Firenze. Sette ragazze e tre ragazzi decidono di andare via e rifugiarsi in collina, lontano dal dolore e dall’orrore. I giovani riescono a salvarsi, con l’aiuto dell’arte, più precisamente delle novelle. Boccaccio nel suo Decameron ne racconta ben cento, mentre i fratelli Taviani nel loro film si limitano a riportarne cinque. Tutte libere e spregiudicate.

Dopo aver vinto l’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 2012 con il docu-film Cesare deve Morire, i Taviani tornano sul grande schermo con Maraviglioso Boccaccio, sempre in compagnia della letteratura. “Raccontiamo questa storia, anzi queste storie, ispirate al Decamerone di Boccaccio, perché accettiamo la sfida di contrapporre ai colori cupi della peste, i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia”, hanno commentato i due registi. Per loro la peste descritta dal Boccaccio diventa una metafora contemporanea per indicare i mali del nostro tempo, ai quali come rimedio di sopravvivenza propongono l’arte.

In Maraviglioso Boccaccio i dieci protagonisti vanno via da Firenze per paura di contrarre la peste e come “farmaco” per tenere lontani i cattivi pensieri si tengono compagnia raccontando novelle. Cinque storie d’amore, in tutte le sue sfumature, e senza accorgersene trascorrono quindici giorni di quasi spensieratezza. Cinque novelle drammatiche, argute e grottesche: Ghismunda e Ghisardo, Federigo degli Alberighi, Calandrino, la Badessa, Messer Gentil de’ Carisendi e Monna Catalina. I temi sono i più noti. L’amore che riporta alla vita, l’uomo sciocco che non vede oltre il proprio naso, l’amore possessivo di un padre nei confronti della figlia, il rapporto spirito e carne, i sentimenti che portano alla distruzione. Protagonisti e interpreti delle novelle sono: Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca e Josafat Vagni.

E poi ci sono i novellatori. Tutti giovani. Attrici e attori. Più donne che uomini, in un film in cui le femmine sono protagoniste di iniziative. Sono loro che decidono di lasciare Firenze. Sempre loro che propongono di raccontare novelle. Tutti loro, insieme, hanno dato un contributo personale ai personaggi con grande creatività e professionalità. Melissa Bartolini, Eugenia Costantini, Moisè Curia, Miriam Dalmazio, Camilla Diana, Fabrizio Falco, Ilaria Giachi, Barbara Giordano e Rosabell Laurenti Sellers. Tutti volti già noti al grande pubblico.

“È un film d’epoca in cui però raccontiamo dell’altro. Un classico che non passa mai. Un’idea di mondo ancora attuale”, hanno affermato Paolo e Vittorio Taviani. “I ragazzi trovano il loro riscatto nelle novelle, superano la paura con la comunicazione. Abbiamo cercato di riportare una storia vecchia e classica per raccontare noi”.

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