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Cinespresso | April 24, 2024

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As the Gods will: sotto il segno di Miike

As the Gods will: sotto il segno di Miike
Lorenzo Colapietro

Review Overview

Cast
8
Regia
8.5
Script
8.5

Rating

Takashi Miike torna al Festival del Film di Roma e porta un film divertente e e geniale. As the gods will è una pellicola assurda e piena di citazioni della tradizione giapponese. Un film come pochi capace di trasportare nella mente folle ma geniale di Miike.

Takashi Miike torna sul red carpet dei Festival Internazionale del Film di Roma con il nuovo As the gods will

Takashi Miike è un presenza ormai costante del Festival Internazionale del Film di Roma, un personaggio gradito che ogni anno riempie di applausi e consensi le sale dell’Auditorium parco della musica. Quest’anno però il buon Miike arriva come vincitore del prestigioso Maverick Director Awards e presenta il suo ultimo capolavoro Kamisana no iutoori – As the gods will, tratto dall’omonimo manga di Muneyuki Kaneshiro e Akeji Fujimura inedito in Italia. Un film delirante e divertente che cerca di penetrare gli abissi dell’animo umano.

Protagonista è il giovane Shun Takahata (l’esordiente Sota Fukushi) un liceale annoiato e completamente disinteressato al mondo di cui fa parte, un mondo che verrà sconvolto totalmente. Shun si ritrova catapultato in un gioco mortale dove gli elementi classici della tradizioni giapponese diventano strumenti di morte, ed ecco quindi un Daruma assassino, un gigantesco Maneki-neko che si ciba di studenti, elementi cari ai giapponesi di cui chi ha parlato anche lo stesso Takashi in conferenza stampa:

“Temo molto la reazione dei giapponesi. La popolazione nipponica è piuttosto rigida riguardo le tradizioni del nostro paese, anche se spero che la reazione sia la stessa degli italiani”

Ma come nella classica nozione di bene/male o Yin/Yang accanto al giovane protagonista c’è l’oscurità impersonata dal compagno di scuola Amaya Takeru. Inizia così una corsa alla sopravvivenza dove nessuno è al sicuro. Una pellicola che non delude le aspettative nel classico ed inconfondibile stile di Miike: scene con monologhi lunghi intervallati da action allo stato puro. Tipicamente nippo-style anche il finale (aperto) del film che non da tante risposte ma aiuta a riflettere sui tre fattori (le matrioske) che determinano la vita umana: Forza, intelligenza e immaginazione:

“Sono i 3 fattori senza i quali la vita umana non ha senso, vengono gestiti dalla fortuna e dal fato e perché no… dalla volontà di Dio. Sono presenti anche nel manga originale, ma sono meno chiari, io ho voluto che fossero il tema centrale”

Insomma Takashi non delude, anzi, riesce ad evolvere e a creare film sempre migliori dei precedenti. Un vero peccato che non riescano a trovare una distribuzione anche in Italia, tanto che alla domanda se vorrebbe lavorare per una produzione italiana il regista ironizza dicendo:

“Mi piacerebbe davvero molto, spero di avere incassi maggiori questa volta in modo da poter contattare qualche produzione italiana e magari girare nella bellissima città di Roma”

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