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Cinespresso | April 18, 2024

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“A Midsummer Night’s Dream”, la magia rivive al Globe

“A Midsummer Night’s Dream”, la magia rivive al Globe
Ireneo Alessi

Review Overview

Interpretazione
8
Regia
8
Drammaturgia
8

Rating

Giunge alla sua ottava stagione consecutiva lo spettacolo più apprezzato di sempre che sa incantare a ogni replica il pubblico del ‘globo’.

Al Silvano Toti Globe Theatre di Roma una delle opere di Shakespeare più apprezzate di sempre. In scena dal 6 al 17 agosto

Erroneamente da ciò che si pensa, la notte in cui si svolge gran parte dell’azione di questa tanto amata opera shakespeariana è quella del calendimaggio, la celebrazione del risveglio della natura in primavera e non in estate. Ma che si tratti della primavera o dell’estate cosa importa? Specie in questo caos ‘meteoropatico’ delle stagioni. Ciò che è innegabile è che la notte cantata da Shakespeare sia una notte magica avvolta da un’atmosfera onirica e irreale che incanta a ogni replica il pubblico del ‘globo’. E sì perché al Silvano Toti Globe Theatre di Roma “Sogno di una notte di mezza estate” è ormai giunto alla sua ottava stagione consecutiva eppure a ogni rappresentazione quella sua ossatura lignea sembra scricchiolare sotto il peso di un pubblico sempre numeroso. Non fa eccezione la prima di ieri sera.

Scritta in occasione di un matrimonio, quest’opera è come una serie di scatole cinesi, una catena che avvolge senza indugio attori e astanti in un girotondo soffuso di dolci equivoci e ironia che pervade ogni cosa. “A Midsummer Night’s Dream” contiene, infatti, al suo interno tre mondi contrapposti che si fronteggiano: vi è il mondo della realtà personificato da Teseo e Ippolita, il mondo del teatro rappresentato dagli artigiani che si cimentano nella messa in scena di “Piramo e Tisbe” e, infine, il mondo della fantasia popolato dagli spiriti. All’esterno vi sono la sposa, lo sposo e il pubblico, all’interno le coppie, Teseo e Ippolita, Titania e Oberon e i quattro innamorati e nell’opera dentro l’opera, i teatranti alle prese con la vicenda di Piramo e Tisbe.

Ad ognuno poi il coronamento d’un sogno. Ma i sogni, si sa, a volte possono trasformarsi in incubi… Si compie così su Titania quella violenza che Teseo compie su Ippolita e che Egeo vorrebbe compiere sulla figlia costringendola a un matrimonio che respinge per poi passare al folle gioco degli amanti nella selva oscura. Un ingranaggio sapientemente articolato dal poeta inglese in nome dell’amore. Perché Shakespeare è prima di tutto Amore. E non vi è nulla di più potente, di capriccioso, folle e immortale di questo, ecco perché continueremo sempre ad amare le sue opere. Una grandezza che si riflette non solo nel coinvolgimento dei tre differenti mondi, ma dal rispettivo linguaggio che li caratterizza.

Intatta la regia che fu del compianto Riccardo Cavallo su una traduzione di Simonetta Traversetti. Tutti in parte gli attori che interpretano a menadito un ruolo ormai a loro fin troppo adatto e leggero come i costumi di Manola Romagnoli. Sempre apprezzabili Claudia Balboni in coppia con Carlo Ragone, Valentina Marziali e Federica Bern, insieme a Marco Simeoli, alias Pietro Zeppa, con le sue coloriture partenopee e il fido Puck, incarnato da Fabio Grossi. Così come sono apparsi vanno via, come lucciole composte che lasciano una flebile traccia nei nostri occhi, lo specchio dell’anima, e pare infine di assistere a una liturgia nel bel mezzo della natura.

S’inizia in musica, accolti dal suono delle cicale di Villa Borghese, per terminare con un commiato d’eccezione, “La donna senz’ombra” di Strauss, gentilmente offerto da una delle rassegne della Casa del Cinema ossia “Da Salisburgo a Villa Borghese” e che si propaga attraverso l’etere come naturale proseguo fiabesco all’opera di Shakespeare. Primavera o estate, sogno o realtà lasciatevi cullare da Puck e compagni ché in fondo “nessun sogno è mai soltanto un sogno”!

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