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Cinespresso | April 16, 2024

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Jersey Boys, la biografia di un mito in musica

Andrea Di Cosmo

Review Overview

Cast
7.5
Regia
7.5
Script
7.5

Rating

Clint Eastwood si diverte in un film biografico dall'impronta musicale che bilancia la commedia, il gangster movie e la serietà regalando una visione godibile anche se più leggera di altri suoi film.

Anno: 2014 Durata: 134’ Distribuzione: Warner Bros. Genere: Biografico Paese: Usa Produzione:  GK FILMS Production, MALPASO Production Regia: Clint Eastwood Uscita: 18 Giugno 2014

Clint Eastwood nel biografico musicale dei “Four Seasons”, interpreti di hit anni sessanta come “Sherry”, “Big Girls Don’t Cry”, “Walk Like a Man”, “Dawn”,“Rag Doll”, “Bye Bye Baby”, “Who Loves You”

Clint Eastwood torna con: “Jersey Boys”, dal 18 giugno al cinema, basato sul musical teatrale omonimo vincitore del Tony Award. Il film narra la storia di quattro giovanotti del New Jersey, che formarono il gruppo icona degli anni sessanta: The Four Seasons. Il gruppo che ha consegnato a una generazione successi quali: “Sherry”, “Big Girls Don’t Cry”, “Walk Like a Man”, “Dawn”,“Rag Doll”, “Bye Bye Baby”, “Who Loves You” e molte altre.

John Lloyd Young interpreta Frankie Valli, cantante dei The Four Seasons. Erich Bergen interpreta Bob Gaudio, autore e co-autore di tutti i più grandi successi del gruppo.  Michael Lomenda e Vincent Piazza sono interpreti rispettivamente di Nick Massi e Tommy DeVito, due dei membri originali dei The Four Seasons. Christopher Walken interpreta il mafioso Gyp DeCarlo.

Il film scorre tra le pieghe del racconto biografico, con molta commedia e parentesi più serie, con esibizioni di canzoni trascinanti, ben coreografate e filmate; anche se va detto che più che un musical questo film prevede le canzoni solo in modo funzionale al racconto, tranne l’efficace finale da parata che ricorda, nelle scenografie urbane: West Side Story.

La sceneggiatura gestisce bene i dialoghi brillanti e i diversi momenti della storia, come le associazioni dei giovani cantanti alla criminalità e alla mafia o la differenza tra i successi di pubblico, le difficoltà di carriera e la gestione di problemi interni e familiari dei componenti del gruppo. Il racconto funziona mostrando il rapporto dei personaggi tra loro che a volte rompono la quarta parete per dialogare in camera, direttamente col pubblico. A livello visivo funziona soprattutto la fotografia curata che riprende i colori degli anni sessanta.

Vediamo un Clint Eastwood godersi la regia di un film apparentemente più leggero di altri, dove si diverte pure ad apparire in un cameo d’epoca. Qui si affronta il musical, il gangster movie, la biografia e la commedia bilanciandosi senza cedere troppo in nessuno dei generi, anche se la base del soggetto fa sembrare prevalente quella musicale. Il film rimane comunque godibile e ben confezionato, dove ci si compiace nello scoprire le origini di alcune hit e i risvolti storici e umani dietro di queste.

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