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Cinespresso | April 25, 2024

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Presentato a Roma “Walesa – L’Uomo della Speranza”

Presentato a Roma “Walesa – L’Uomo della Speranza”
Martina De Angelis

Il report della conferenza stampa di “Walesa”, il film di Andrzej Wajda modellato sul personaggio di Lech Walesa storico leader nonché fondatore del movimento Solidarność

L’ex presidente polacco e leader storico del movimento Solidarność Lech Walesa tiene banco durante la conferenza di presentazione del film di Andrzej WajdaWalesa, l’uomo della speranza, ispirato alla sua vita. Il film, presentato durante l’ultima  Mostra di Venezia, vede nel cast Robert Wieckiewicz (il Walesa del film) e Maria Rosaria Omaggio (nel ruolo di Oriana Fallaci, che su un confronto con lui basò il celebre libro ‘Intervista col potere’), e racconta la storia di un eroe del suo tempo, controverso e carismatico, reso leggenda dallo scorrere del tempo e della Storia, che durante la conferenza stampa romana, a cui erano presenti anche Robert Wieckiewicz Maria Rosaria Omaggio, ha mostrato tutto il carisma che gli anni di certo non gli hanno portato via.

Baffi d’ordinanza, ormai tutti bianchi come i capelli, e tanta ironia e distacco per l’uomo che ha ottenuto il Nobel per la pace nel 1983: arriva in ritardo nella sala dell’elegante hotel romano che faceva da location, e tra i flash continui si scusa con i giornalisti presenti, italiani e polacchi, con un “non vorrei fare lo stesso al mio funerale”. Poi parla del film: “È bello, ma è tutto basato sulla lotta e sulle scene drammatiche. Io ci avrei messo anche qualcosa di divertente, e vi assicuro che me ne sono capitate. Wajda ha preferito eliminare queste scene, ma non fanno poi così ridere”.

È poi Wieckiewicz, autore di una grande interpretazione nella pellicola, a prendere la parola: “Sono davvero molto felice di fare questa visita in Italia insieme alla favolosa Maria Rosaria Omaggio. A nome anche del regista posso dire che sono davvero felice che questo film venga proiettato in Italia, e spero che il pubblico italiano vorrà apprezzarlo. Ovviamente ci sono moltissimi legami e moltissime esperienze che ho vissuto con l’occasione di questo film, è stata un’esperienza unica.

Ad intervenire è anche Maria Rosaria Omaggio, elegante e posata come sempre, emozionata ed orgogliosa di aver avuto l’occasione di interpretare un personaggio come quello della Fallaci: “La mia fortuna è stata potermi basare sulle vere parole di Oriana, non su quelle scritte da uno sceneggiatore, ho detto proprio quelle autentiche che lei ha usato durante la sua intervista a Walesa. Questo mi ha permesso sicuramente di fare e di imparare la storia; impararla è stato importante, ed è quello che sempre ripete anche Wajda: il signore che ho qui al mio fianco non soltanto è famoso come Nobel per la pace, ma lo è perché ha abbattuto quella barriera che ha permesso poi la caduta del muro di Berlino, ed è per questo che il film è stato fatto, perché i giovani devono sapere che è grazie a lui se oggi si può parlare di Europa. Proprio per l’importanza della storia del Presidente, il materiale girato è veramente tantissimo, comprese molte delle scene divertenti di cui parlava prima: non escludo che in futuro ci potrà essere un recut, o chissà una versione televisiva, dove possano essere inserite queste scene e ampliato il racconto”.

Tocca poi a Wieckiewicz raccontare come è stato interpretare un personaggio così famoso e conosciuto, sapendo poi che è ancora in vita: “Tutti conosco Walesa, tutti hanno una loro opinione riguardo a lui, e quindi di consiglieri per questo ruolo ne ho avuti parecchi, però non sono stato ad ascoltare nessuno: la mia fonte principale erano gli archivi e i documenti originali di quei tempi, e sono davvero numerosi; inoltre ho avuto una fantastica possibilità di stare con il vero Walesa per molti giorni e per molte ore al giorno, e di aiutarmi con la biografia scritta da lui stesso. La vera stranezza però è stata quando al Festival di Venezia abbiamo proiettato per la prima volta il film in sua presenza: lui era lì in sala, a guardare sullo schermo un tizio che cercava di essere lui, poi poteva girarsi e vedere due poltrone più in là proprio quel tizio… era una situazione totalmente assurda!”

Tra le risate generali, è ancora la Omaggio a parlare della sua forte esperienza:La mia soddisfazione più grande è di aver saputo che Oriana Fallaci non era mai stata pubblicata in Polonia, quindi quando io sono arrivata nel 2010/2011 per girare il film, non esistevano suoi libri in polacco … ma mentre giravamo sono stati pubblicati, e l’editore polacco si era sbagliato e aveva usato una mia foto di scena come foto per il libro!  Wajda mi ha mandato una lettera, insieme con il libro, per raccontarmi il fatto, e ha concluso dicendo: vedi come ti ho scelta bene! E questa per me rimarrà la mia soddisfazione più grande”.

I presenti in sala non hanno potuto fare a meno di chiedere all’ironico, sorridente e prorompete Walesa opinioni riguardo alla situazione europea attuale, a cui lui non ha mancato di rispondere con umorismo. Riguardo alla situazione in Ucraina ha commentato: “Mentre noi cerchiamo di costruire l’Europa, Putin si è preso la Crimea e ha tirato fuori i carri armati. Una cosa che non possiamo permettere. Propongo di eleggere 10 saggi che possano convertire Putin con le giuste istanze. Non si può permettere a Putin di continuare a fare così. Prima saremo solidali in questo e prima riusciremo a convertirlo”. E non può ovviamente mancare una domanda riguardo al rapporto con la grande giornalista Oriana Fallaci, che Walesa conferma di non aver preso subito in simpatia: Mi voleva intervistare in un momento in cui erano in corso scioperi e venivo tirato da tutte le parti. E quella signora mi chiedeva quattro ore d’intervista. Le ho detto: non ho tempo, il mio paese brucia, ma lei non cedeva. Così mi sono irritato”.

Per concludere, Walesa fa presente che qualche rimpianto nella sua lunga militanza lo ha: ”Si possono fare due errori che voglio sappiate. Anche io ho commesso un errore, perchè, come capita, i rivoluzionari ribaltano la realtà, si sostituiscono al precedente governo e diventano peggio di prima. Noi abbiamo avuto una grande vittoria che abbiamo consegnato a burocrazie e politica. Il comitato rivoluzionario non andava sciolto. Ci dovevamo chiedere se quello che vedevamo era quello che volevamo. Temo che non avrò il tempo di fare un’altra rivoluzione, ma se intendete farne una ricordatevi le parole del vecchio Walesa”, ha concluso, col suo così caratteristico, energico sorriso.

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