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Cinespresso | March 28, 2024

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Per Jarmusch solo gli amanti sopravvivono

Per Jarmusch solo gli amanti sopravvivono
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
8
Regia
8
Script
7

Rating

Il ribaltamento di una storia millenaria nella sua essenzialità, quasi a svuotarla della narrazione stessa, è di per sé una sfida alla recente abitudine del pubblico per la serialità televisiva. Tanta sottile critica e ironia dark per un vampire-movie ricco d'immagini inedite anche per i cultori dei "denti aguzzi".

Anno: 2013 Durata: 123’ Distribuzione: Movies Inspired Genere: Drammatico, Fantasy Paese: Germania, Usa, Gran Bretagna, Francia, Cipro Produzione: Recorded Picture Company, Pandora Filmproduktion Regia: Jim Jarmusch Uscita: 15 Maggio 2014

Direttamente dal Festival di Cannes 2013, il film vampirico-romantico dell’originale regista americano di Daunbailò e Broken Flowers, arriva anche in Italia Only Lovers Left Alive

Stavolta il regista in concorso lo scorso anno a Cannes e Toronto sviluppa a modo suo uno dei temi più gettonati da letteratura e cinema, il vampirismo, per farne una storia d’amore tra eletti borderline. Pendolari tra due città agli antipodi geografici sì, ma accomunate da un fascino decadente: Detroit e Tangeri. Nella Detroit desertificata dalla crisi vive la notte Adam, volto e pelle più pallidi che mai di un lunare e magnetico Tom Hiddleton. Tra strumenti a corda di ogni epoca e datate apparecchiature di registrazione il vampiro compone le sue arie rock con uno stile crepuscolare e rarefatto, tenendosi nascosto e anonimo ai suo fan. Musiche che potrebbero ricordare alcune delle Spore dei Marlene Kuntz, ma venate anche di liuti e mandole solcano tutta la sceneggiatura come fosse un vinile, percorrendo tutto Only Lovers Left Alive (il titolo originale) con un soundtrack di grande atmosfera. Il look di Adam ricorda quello di Jack White dei White Stripes – davanti alla casa del quale sfilerà in auto con la sua algida compagna nella sequenza dedicata alla crisi imperante a Detroit. Tra le più intime e memorabili del film.

Tilda Swinton invece è Eve, la vampira millenaria che lo ha sposato e risposato negli ultimi secoli, ma vive le notti fioche di una Tangeri spoglia e cruda, circondata di libri in tutte le lingue, e dove a tenerle compagnia è il secolare amico Christopher Marlowe, scrittore cinquecentesco e vera creatura bizzarra alla quale il regista ha dato l’incedere malaticcio e la sagacia pungente di John Hurt. L’anziano autore teatrale qui è un vampiro, migliore amico della coppia senza tempo e soprattutto ghostwriter di quel “plagiatore” di Shakespeare. Contraddizione piena d’ironia e bilanciata tra irrisione e seria ricerca come in molte pellicole di Jim Jarmusch.

“Avrei voluto conoscerlo prima di scrivere Amleto. Avrebbe offerto il miglior modello immaginabile per quel ruolo”

È splendidamente acuta la versione jarmusciana dei vampiri ai tempi della crisi: non sono violenti, anzi lottano contro l’assassinio con ghiaccioli al sangue, “bustarelle” ospedaliere e intarsiati cicchetti di plasma. Lucidissima e meritevole di ringraziamento è la scelta di evitare parrucconi e baionette d’epoca, presentandoci i diversi passati degli immortali tramite le loro parole, con abiti ormai logori o vecchie foto e ritratti. Non solo. Acculturati, riflessivi, indolenti e flemmatici, la loro vera forza è il tempo. è questo l’elemento sul quale l’autore sembra abbia lavorato di più. E in varie direzioni tutte da scoprire. L’amore eterno dei protagonisti è libero dalle barriere di clessidre e calendari, quindi supera anche quelle dello spazio servendosi di due città virate, nella fotografia di Yorick Le Saux, in due colori nobili e dominanti: il blu per Detroit e l’ocra per Tangeri.

– Aspetta. Sul serio hai visto suonare Eddie Cochran?

– Si, su YouTube

C’è l’irrisione del selfie con la videochiamata tra gli sposi a base i iPhone e un macchinoso innesto tra l’amplificatore allacciato a un vecchio portatile e a un televisore anni ’50 portato al colore da Adam. Tra citazioni letterarie e scientifiche, una soluzione estetica agli antipodi con immaginari barocchi e cinepresa a spiare con garbo l’amore dei protagonisti, l’impianto che ne viene fuori è meravigliosamente romantico e decadente al tempo stesso. Anche cavi su tappeti persiani e vecchie scatole di cartone per uova sul muro fanno uno stile bohemien che trasforma l’horror vacui, clinicamente “paura del vuoto”, in vera forza dei vampiri: solitudine, illuminismo e anonimato. Un mondo vuoto dove loro sono gli uomini e questi ultimi zombie.

Il ribaltamento di una storia millenaria nella sua essenzialità, quasi a svuotarla della narrazione stessa, è di per sé sfida alla recente abitudine del pubblico più avvezzo alla serialità televisiva. Guardandolo, molti potrebbero pensare che Solo gli amanti sopravvivono sarebbe stato un grande pilot per una nuova serie da seguire, se fosse passato in prima serata zeppo di spot. Molti semi vengono piantati lungo il racconto, ma poco o nulla che si sviluppi completamente fino a un effettivo apice drammatico, con chiavi di volta appena accennate. Una grande storia che più che non ancora finita, in quest’ottica sembra solo appena iniziata. Di quelle che lasciano con tante domande e soprattutto con la voglia di vedere ancora che cosa succederà.

Imbrigliata in questo meccanismo c’è la sorella di Eve, Ava, una perversa, quanto sfuggente e vampirica Mia Wasikowska. È proprio la contraddizione narrativa del raccontare senza chiudere e senza finire di aprire a  essere talmente forte che il film di Jarmusch può farsi amare o odiare già soltanto per questo. Da una parte allora è grande beffa dell’oggi, del salutismo e dei suoi dettami di massa, ma dall’altra può essere letta anche come opera non incompiuta ma inconcludente, statica. In questi casi è sempre il pubblico a decidere.

Il lavoro del regista americano mantiene quel legame lunare tra la notte e la strada, la guida al volante e la città come geometria modulare che accerchia i personaggi. Elementi non esattamente nuovi per l’autore, ma qui riproposti nella dimensione dominante del tempo, e soprattutto in chiave non-horror, per due ore di regia sofisticata: tanta sottile critica e ironia dark per un vampire-movie ricco d’immagini inedite anche per i cultori dei “denti aguzzi”.

Altre foto da “Solo gli amanti sopravvivono” sono sulla nostra pagina Facebook

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