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Cinespresso | April 19, 2024

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300 – L’alba di un impero

300 – L’alba di un impero
Ireneo Alessi

Review Overview

Cast
7.5
Regia
7
Script
6.5

Rating

Un buon action con fiumi di sangue e CG. Indubbiamente meno epico del primo. Ma ritrovare i valorosi combattenti di Sparta e Atene al cinema è sempre un piacere, specie se affiancati da una splendida Eva Green nelle ‘vesti’ di sanguinaria seduttrice.

Anno: 2014 Durata: 102’ Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia Genere: Azione, Drammatico Paese: Usa Produzione: Legendary Pictures, Warner Bros. Pictures, Cruel and Unusual Films Regia: Noam Murro Uscita: 6 Marzo 2014

A sette anni di distanza arriva nelle sale l’attesissimo sequel di 300: L’alba di un impero

Sono trascorsi diversi anni dall’epica trasposizione di Snyder eppure il vibrante ricordo di Leonida e dei suoi valorosi soldati caduti durante la battaglia delle Termopili è ancora scolpito nella mente come fosse marmo.

Questo nuovo capitolo, un po’ meno ispirato rispetto al primo, è basato su Xerxes, l’ultimo graphic novel di Frank Miller, e racconta i fatti accaduti prima e immediatamente successivi al suo precursore. Il timone è passato nelle mani di Noam Murro, regista israeliano attivo per lo più in ambito pubblicitario e noto al grande pubblico per “Smart People” del 2008, ma tra scetticismo e intrepida curiosità, tornare a parlare delle gesta di Salamina fa inevitabilmente riaffiorare oltre al monito di Sparta le numerose versioni di greco ‘affrontate’ sui banchi di scuola al liceo.

La pellicola viaggia così avanti e indietro per spiegare l’esatta genesi del dio-re Serse (Rodrigo Santoro) e la sua sete di rivalsa nei confronti del popolo greco, ponendo l’accento su ciò che significò l’antica offesa e le sue amare conseguenze. È qui che entrano in scena i due protagonisti: il fine stratega ateniese Temistocle (Sullivan Stapleton) e Artemisia, il comandante della marina persiana interpretato da Eva Green, una letale e sensuale dark lady, assetata di vendetta che nel film può essere forse accostata solo a un’altra donna, l’irreprensibile regina Gorgo, la ritrovata Lena Headey (Il Trono di Spade), due figure opposte ma dalla grande presenza scenica che incarnano il detto “dietro grandi uomini vi sono grandi donne”.

“Possiamo giudicare il futuro da ciò che abbiamo sopportato in passato”

Dalla celebrazione della morte, tipica del culto di Sparta, si approda verso ideali più elevati per decantare l’intelligenza in battaglia personificata da Θεμιστοκλῆς (ne è un esempio, l’uso del diekplus messo in atto grazie all’agilità delle navi greche, le trireme), la trasmissione dei valori di padre in figlio e, in definitiva, l’istinto vitale, il tutto a “difesa della democrazia”. Un film sulla vita e la morte, sull’importanza delle scelte e sulla forza degli ideali per i quali la vita stessa va spesa. Niente benefit, promozioni e nessun nuovo mandato per chi sbaglia o non si schiera in prima linea. Solo un grande coraggio per sopportare un tale fardello.

“Allora? Scoperto qualcosa?”

Lontano dalla potenza visiva di Miller, Murro cerca di riprendere l’impronta data da Snyder (rimasto a bordo nel doppio ruolo di produttore e sceneggiatore), ma i risultati non sono del tutto esaustivi. Si soffre un po’ per i dialoghi, meno incisivi, e per una sceneggiatura fin troppo da manuale che deve dare profondità ai personaggi declinando insieme il delirio di onnipotenza con il tema della morte e della pura vendetta. Si perde così in parte la forza prorompente del primo titolo fatta da quell’eroismo sbrigliato e folle, segnato da immagini iperboliche e composte come tele schizzate dal vivo mediante il rallenty. Ad ogni modo, le scene di battaglia, trasportate in mare aperto, rimangono eccellenti e il 3D si dimostra una scelta aderente come non mai: gli spruzzi di sangue sono assicurati!

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