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Cinespresso | April 25, 2024

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Metti “una domenica notte”

Metti “una domenica notte”
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
7.5
Regia
7.5
Script
7

Rating

Da consigliare a chi ha voglia di rilassarsi con una commedia giovane e senza pretese, ma non vuota. E soprattutto nuova e imprevedibile.Tuttavia, manca la nerbata decisiva, forse impietosa, a chiudere il cerchio dei character.

Anno: 2012 Durata: 90’ Distribuzione: Distribuzione Indipendente Genere: Commedia Nazionalità: Italia Produzione: Camarda Film Regia: Giuseppe Marco Albano Uscita: 20 Febbraio 2014

Una commedia all’italiana tutta made in Basilicata. Tanti ottimi caratteristi e volti nuovi nell’esordio di Giuseppe Marco Albano

Antonio Colucci (Antonio Angrisano) è un regista lucano senza successo che si perde tra gli anni, una famiglia allargata e il progetto su un film horror per il quale cerca finanziamenti tra imprenditori più o meno affidabili. È affiancato nel lavoro di regista di matrimoni da Giovanni (Alfio Sorbello), giovinastro spensierato e mangia-panini con il quale condivide non senza battibecchi la passione per il cinema applicato alla vita. Divertenti gag tra di loro quando sui set di piccoli spot locali sono alle prese con signore che guardano in camera, o bambini prim’attori saccenti già dai provini pilotati da presidi contrariate, o attricette raccomandate dagli sponsor.

Sullo sfondo di Matera, Angrisano firma la sceneggiatura di Una domenica notte mettendoci anche la faccia, quella del protagonista di buon cuore, poco talento e un po’ sprovveduto. Tutto il contrario di un attore e sceneggiatore capace e arguto.  L’estraniazione del suo personaggio puro quanto ingenuo s’infrange con tipi grotteschi quanto crudeli. Che dire dell’amico nevrotico e divorziato Augusto di un irresistibile Adolfo Margiotta, o del graffiante Conte Paolicelli dell’inarrestabile Ernesto Mahieux, della giovane compagna gelosa e insicura Francesca di Francesca Faiella, o ancora del cinico avvocato Giacomo di Rocco Barbaro che schiaccia la vena autoriale di Antonio bocciandogli il finanziamento per un horror?

“Ho capito, rischio di passare per lo Shyamalan all’italiana”

Tante citazioni quante le illusioni, forse, per il nostro piccolo antieroe. Ci sono molti elementi della migliore commedia all’italiana in questo bell’esordio al lungometraggio di Giuseppe Marco Albano. Dalla galleria di personaggi quotidiani e insieme straordinari alla colonna sonora ben curata della Brunori Sas, dal buon lavoro con la macchina da presa al gusto per tutte le giustapposizioni visive del caso, e dalle battute fulminanti alle situazioni limite costruite a quattro mani con Angrisano. Tuttavia, limite forse dell’esordio, manca la nerbata decisiva, forse impietosa, a chiudere il cerchio dei character disegnato così bene dai due autori.

La regia è curata sugli attori quanto sui comprimari. Ogni fotogramma è tinto di un mediterraneo, onesto realismo. Anche se le esondazioni dalla realtà aggiungono una piacevolissima prospettiva alla commedia. I provini in bianco e nero e i sogni metacinematografici che fanno da punteggiatura straniante quanto strappa-risate sono due chicche che già da sole varrebbero un film. Il resto è da consigliare a chi ha voglia di rilassarsi con una commedia giovane e senza pretese, ma non vuota. E soprattutto nuova e imprevedibile.

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