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Cinespresso | April 25, 2024

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Vijay, il mio amico indiano

Vijay, il mio amico indiano
Valeria Brucoli

Review Overview

Cast
7
Regia
7
Script
7

Rating

Sam Garbarski gestisce alla perfezione i suoi personaggi, orchestrandoli sulle note dell'humor nord europeo in una commedia misurata e gradevole.

Anno: 2013 Durata: 96’ Distribuzione:  Officine Ubu Genere: Commedia Nazionalità: Belgio Produzione: Entre Chien et Loup, Samsa Film, Pandora Filmproduktion Regia: Sam Garbarski Uscita: 13 Febbraio 2014

Una vibrante commedia che gioca con il tema del doppio e del travestimento senza risultare mai banale e prevedibile

Chi non ha desiderato almeno una volta nella vita di assistere al proprio funerale, di scrutare i presenti e origliare silenziosamente le parole di biasimo e quelle di circostanza, il compianto affettato e le lacrime sincere? All’attore quarantenne Wilhelm Wilder viene concessa magicamente questa occasione. Imprigionato in un costume da coniglio, vive con rassegnazione una carriera mai decollata e una routine matrimoniale piatta e insoddisfacente, ma quando la sua macchina per una serie di casualità viene ritrovata in fiamme, ha l’occasione di ripartire dall’inizio.

Un nuovo costume e una nuova identità lo portano a vivere la sua vita dall’esterno, ad osservarla con gli occhi di un affascinante Sikh, bello e sicuro di sé: Vijay. Celato abilmente sotto cerone, barba e turbante posticci, l’ormai sepolto Wilhelm si riavvicina a sua moglie Julia, la corteggia e la conquista con abilità amatorie che non aveva mai osato sfoggiare durante gli anni di matrimonio, scoprendo un lato nuovo della sua personalità. La falsità del travestimento lo porta al riconoscimento della sua vera identità, che non essendo più soffocata dalla maschera dell’uomo medio e perdente, è finalmente libera di respirare e di raggiungere tutti gli obiettivi che voleva raggiungere: l’amore della moglie, il rispetto della sua famiglia e il successo lavorativo.

Tra equivoci e fraintendimenti, Sam Garbarski, già autore di Irina Palm, imbastisce una commedia gradevole e sarcastica, in cui l’affermazione dell’individuo passa attraverso la morte per rinascere in un nuovo corpo e vivere la vita da sempre agognata. Senza esprimere giudizi morali, Garbarski si sofferma sul libero arbitrio di un uomo costretto a mentire per affermare la sua individualità e riprendere in mano la sua vita. Ricalcando i passi di Dustin Hoffman in Tootsie e di Robin Williams nello spassoso Mrs. Doubtfire, l’attore sfortunato interpretato da Moritz Bleibtreu indossa magistralmente i panni dell’indiano Vijay, mettendo in scena dopo anni di insuccessi un personaggio vivace e credibile anche per chi avrebbe dovuto riconoscerlo al primo sguardo, come la sua compagna di una vita.

Il doppio positivo vince sull’identità ormai spenta e seppellisce, letteralmente in questo caso, l’uomo vecchio per far rinascere l’uomo nuovo, amato e accettato da tutti coloro che fino ad allora lo avevano considerato una nullità. E Garbaski gestisce abilmente il dramma della morte e dell’umiliazione con un humor misurato, che non risulta mai sopra le righe, e crea un intreccio gradevole e bilanciato tra un piccolo gruppo di personaggi che si barcamenano tra il cinismo e la bontà dei sentimenti, indossando tutte le maschere a loro disposizione per affermare la loro identità nel teatro della vita.

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