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Cinespresso | April 23, 2024

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Pierfrancesco Favino: moderno Arlecchino e “servo per due”

Pierfrancesco Favino: moderno Arlecchino e “servo per due”
Francesco Di Brigida

Review Overview

Interpretazione
8
Regia
8.5
Drammaturgia
7

Rating

Favino è trasformato. Non più soltanto il nostro volto hollywoodiano, ma un teatrante incisivo e guascone. Un sorprendente capocomico per un grande spettacolo da non perdere.

Passa anche a Roma il grande carrozzone di “Servo per due”, un moderno Goldoni ambientato nella Rimini degli anni trenta

In principio era una fortunata pièce di Broadway, One Man Two Gunvors. Non proprio. In realtà l’origine era Il servitore di due padroni, l’opera goldoniana per eccellenza con protagonista Truffaldino. Poi dalla versione di Giorgio Strelher diventò Arlecchino servitore di due padroni, opera in replica in tutto il mondo. Arlecchino, bergamasco imbevuto di veneziano serve due padroni a loro insaputa pur di guadagnare di più, soddisfacendo così i suoi languori d’appetito, ma l’intreccio degli eventi lo porterà a diventare ago della bilancia in situazioni inaspettate. E perché mai dovrebbe succedere qualcosa di simile a Pierfrancesco Favino? Vi chiederete. Perché il suo Pippo è il protagonista della versione italiana dell’adattamento americano firmato Richard Bean. L’attore romano diventa guardia del corpo dalle mani forti, furbizia cialtrona da scansafatiche e pancia sempre troppo vuota.

“Strana la vita! Perché il Trio Lescano l’ho inventato io!”

Esattamente, siamo nel 1936. La Rimini che rappresentano i registi Favino e Paolo Sassanelli sa dell’Amarcord felliniano. Insegne da bar al neon e una luce rarefatta, quasi nebbiosa sullo sfondo delle scene esterne ne sono l’omaggio. Il protagonista dalla curiosa prosopopea esibita di fronte alle belle donne porta sul palco un’azione corporea che denota lo studio su Arlecchino. Salta, corre e si sbraccia mostrando una versione contratta, asciugata, limata delle tradizionali movenze e posture della maschera in una trascinante metabolizzazione di essa. L’attore è trasformato. Non più soltanto il nostro volto hollywoodiano, ma un teatrante incisivo e guascone. Un sorprendente capocomico.

La commedia ha il ritmo swing dell’orchestra Musica da Ripostiglio. Un quartetto di musicisti in smoking presi nell’accompagnare le scene con pezzi d’epoca riarrangiati. Si va da Maramao perché sei morto a Baciami piccina, da Crapa pelada a Ma le gambe, da Mille lire al mese a Mamma voglio anch’io la fidanzata, da Pippo non lo sa a una Sentimental piena di sorpresa. E poi molte altre sufficienti a stamparne una colonna sonora che sarebbe di sicuro successo nel foyer. Tra contrabbasso, chitarra, banjo e batteria il sound riporta a quegli anni di camicie inamidate e cravattini accompagnando le avventure di Pippo e degli altri undici personaggi che lo circondano. Intermezzi da teatro di rivista, cori e coreografie per uno spettacolo dalla struttura che riporta molto piacevolmente al passato. Favino si rivolge spesso al pubblico, coinvolgendo addirittura qualcuno sul palco.

“Io son sempre lì che penso alla polenta taragna e al coniglio brasato”

Intorno al costantemente affamato omone, un cast di venti attori per la rotazione su dodici ruoli. Tra tutti spicca un Ugo Dighero strabiliante. L’ex membro dei Broncoviz di Crozza, Pirovano, Signoris e Cesena è un anziano cameriere duro d’orecchi, pieno di acciacchi e tremori. Un irresistibile alter ego slapstick dell’Arlecchino/Pippo che porta con sé tic contorsioni dagli effetti incredibilmente comici. Sul palco imbrogliano ogni cosa, dallo scambio dei tavoli da apparecchiare alle pietanze da servire. Piatti volanti e incidenti di ogni sorta portano le comiche anni trenta a rivivere grazie ad alcuni momenti indimenticabili. E non manca la Colombina, cioè la cameriera Zaira di Anna Ferzetti (che si alternerà con Valentina Valsania). Energica e dai guizzi femministi, rappresenta la ribellione del gentil sesso all’assoggettazione borghese. Ricorda vagamente la Signora Gradisca per il piglio romagnolo, ma la sua interpretazione è fresca e il suo character gioioso e impulsivo.

Servo per due sarà a Roma al teatro Ambra Jovinelli fino al 6 gennaio. Poi il carrozzone di Favino, Sassanelli & Co. passerà nei teatri di Fermo, Bologna e Genova. Un grande spettacolo di quasi tre ore da non perdere. Per passare una serata spensierata con un grande cast, un classico rivisitato e un bel viaggio nel tempo tutto teatrale arricchito da favolosi ritmi. Musicali e non.

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