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Cinespresso | April 20, 2024

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La ricerca della vita: “Still Life”

La ricerca della vita: “Still Life”
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
8
Regia
8
Script
7.5

Rating

Still Life è un film coraggioso. Di una dolcezza talmente imbevuta dai tabù della morte e della solitudine da divenire un'emozionante sorpresa.

Anno: 2012 Durata: 87′ Distribuzione: BiM Distribuzione Genere: Drammatico Nazionalità: Gran Bretagna Produzione: Redwave, Embargo Film Regia: Uberto Pasolini Uscita: 12 Dicembre 2013

Il film vincitore del Premio Nuovi Orizzonti per la Regia alla Mostra del Cinema di Venezia 2013 arriva nelle sale italiane

South London. Il meticoloso funzionario comunale John May (Eddie Marsan) si occupa di assicurare degna sepoltura alle persone decedute in solitudine. La sua ricerca di parenti, amici o colleghi per i funerali spesso è senza successo, così partecipa alle funzioni funebri soltanto con il celebrante. A volte ortodosso, altre cattolico o protestante.

La sua esistenza avvolta è nel ligio rispetto delle regole, dei semafori rossi e delle procedure amministrative, e votata alla cura di chi non c’è più, proseguendo parallela a un metodico isolamento da qualsiasi forma di vita sociale. Uno sguardo del protagonista al cielo, con la schiena affondata nell’erba è un’immagine chiave, essenziale quanto forte nel suo significato per delineare il personaggio. E l’improvviso licenziamento per tagli di budget e i giorni concessi dal suo capo per risolvere un ultimo caso lo porteranno a trovare una strada e una visione delle cose del tutto nuove.

– Non cè nessun giradischi

– Deve averlo venduto per una bevuta

Con il suo protagonista, Eddie Marsan si fa indagatore di vite degli altri utilizzando toni contriti e pacati per un personaggio dal profilo basso e di sfumature minime, seppur nette. Una recitazione rigorosa e precisa quanto la regia. L’attore fa vivere il suo John May in una dimensione intima di grigia determinazione. Tutto porterà allo scuotimento dal suo torpore?

La fotografia accompagna la storia ravvivando lentamente i colori con l’incedere narrativo. E questo accade durante le visite nelle case abbandonate e tra i passati dei suoi assistiti, per raccogliere indizi utili al ritrovamento di congiunti tramite fotografie, lettere, o a volte dischi. Ma anche nell’ordinato silenzio dei suoi pasti sempre uguali a base di scatolette di tonno, pane tostato e un frutto o ancora nella formale e flemmatica efficienza che permea tutti i suoi rapporti con l’altro da sé. Quello di Marsan è un grande lavoro di essenzialità e concretezza. Ne viene fuori un mood estraniante, ma al tempo stesso coinvolge lo spettatore in un percorso davvero insolito.

Riesce a trovare spazio anche un discreto product placement, presente ma non invasivo o determinante. Un esempio per tutti, quello dei gelati Häagen-Dazs su un furgone consegne che May vedrà correre via.

Uberto Pasolini costruisce intorno a May/Marsan una direzione simmetrica, nitida. La macchina da presa è un occhio riflessivo, ma fermo. Resta quasi sempre a altezza d’uomo, e questo rende tutto più reale, non leggero, ma neanche lascivo nei confronti di un gratuito pietismo. Tutt’al più, maliziosamente si potrebbe dire didascalico, ma necessario e funzionale. E quindi coerente. Il cerchio narrativo dell’autore è chiaro, rigoroso e sincero. Inquadrature pulite e l’osservazione dei personaggi coniugata a una semplicità performativa che lascia liberi il pensiero e il sentire di condividere gli spazi filmici.

È ovvio che nel senso della commerciabilità della pellicola si trovi un difficilissimo appeal nei temi della solitudine e della morte trattate con sobrio realismo. Barriere da superare soltanto alla scelta del film al botteghino, che ripagano in questo caso con un’opera di gran classe. Destinato più a un successo di critica e festival che alle affollate consacrazioni dei numeri, Still Life è un film coraggioso. Di una dolcezza talmente imbevuta dai tabù della morte e della solitudine, da divenire un’emozionante sorpresa. Il suo valore sta nel percorso della vita attraverso la sua determinazione segnata dal lutto, e sostenuta dalla storia di Pasolini grazie a forze oggi demodé come generosità, rispetto e misericordia.

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