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Cinespresso | March 29, 2024

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Slow Food al Saturno Film Festival

Slow Food al Saturno Film Festival
Lorenzo Colapietro

Al Saturno Film Festival la presidente di Slow Food Lazio presenta Slow Wine 2014 e Osterie d’Italia 2014, due guide dedicate alla buona cucina del nostro paese

Una serata dedicata alla buona cucina e al vino quella organizzata dal Saturno Film Festival di Velletri. Presso il Teatro Artemisio Gian Maria Volontè, si è svolto l’aperitivo letterario dedicato alla presentazione di due guide importanti per l’eno-gastronomia nazionale: Slow Wine 2014 e Osterie d’Italia 2014. A presentare i due vademecum è la presidente di Slow Food Lazio Francesca Rocchi: «Slow Wine è un progetto relativamente nuovo, è un altro modo per raccontare la produzione del vino. Si parte dalle persone, non più dai voti, si cerca di capire da loro cosa vogliono dire attraverso la loro produzione vinicola. Vorremmo che questo fosse il nostro modo di recensire».

“Slow Food vuol parlare della gente che produce, non ci mettiamo in testa di dare giudizi sommari ma cerchiamo di farvi conoscere le persone e il loro lavoro. Per quanto riguarda Osterie d’Italia va premesso che è una grande intuizione di vent’anni fa, praticamente Slow Food e gli osti sono cresciuti insieme fino a ritrovarci oggi con una grande comunità di persone. L’attenzione alla materia prima è fondamentale, dopotutto ci si rende conto se il prodotto è eccellente, a volte facendo anche un’intervista segreta agli osti in cui si chiede il rapporto con i produttori”

A parlare di Slow Wine 2014 è anche il curatore Fabio Giavedoni:

“Al di là del bicchiere, delle caratteristiche organolettiche va detto che le aziende sono tutte visitabili, si cerca di ascoltare la loro storia. C’è un confronto innanzitutto con il produttore, con il territorio e l’azienda stessa, ovviamente si gusta il prodotto. Ma la conoscenza dell’azienda è essenziale”

Presenti alla conferenza anche due dei produttori vinicoli della zona laziale: Matteo Ceracchi dell’azienda Piana dei Castelli e Aldo Piccarreta proprietario dell’azienda agricola Le Rose, entrambi hanno parlato della particolarità del territorio intorno a Velletri e delle caratteristiche che aiutano la produzione del vino. I due produttori hanno anche parlato della drammatica situazione laziale, denunciando la mancanza di sinergia tra le varie aziende vinicole e l’assenza di aiuti da parte delle istituzioni.

Oltre alle due guide enogastronomiche è stato presentato il libro “Hostaria Cinema” del regista e scrittore Giancarlo Rolandi. A introdurre il volume il direttore artistico del festival Ernesto G. Laura che ha apostrofato il libro parlandone come di una lunga cavalcata di film, che molti ricorderanno, per un’immagine gastronomica importante, esempio I soliti ignoti di Mario Monicelli o film palesemente contro il cibo come La grande abbuffata di Marco Ferreri. Come afferma lo stesso G. Laura si tratta di un libro che si fa leggere, “gustare” e perché no mettersi a cucinare, dopotutto tra cinema è cibo c’è un forte connubio. Hostaria Cinema serve a ricordare quanto nel cinema il cibo sia importante, dopotutto mangiare insieme (in famiglia o con amici) è un fatto d’amore, la stessa cosa è il cinema, noi ci sforziamo nello spiegare ai giovani che si può vedere un film non solo in dvd ma anche in sala perché al cinema ci si riunisce per condividere. Lo stesso Rolandi ha poi dichiarato:

“Il nostro paese è quello che ha subito una maggiore trasformazione con il boom economico. Il mezzo migliore con cui si è sempre potuto raccontare meglio l’Italia era il cinema, un luogo di aggregazione e con una storia molto forte specie nel nostro paese. Il mio scopo è stato quello di raccontare questo passaggio attraverso i due miei amori: il cinema e il cibo. Dopotutto la cucina e i film sono quelli che hanno fatto conoscere il nostro paese nel mondo”

Alla domanda su quali siano i film manifesto su vino e cibo Gianluca Rolandi non ha dubbi: sul bere è Straziami ma di baci saziami di Dino Risi e per quanto riguarda la cucina l’episodio “Hostaria” tratto da I nuovi mostri di Risi, Monicelli e Scola.

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