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Cinespresso | April 24, 2024

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La Ragazza di Fuoco: gli effetti speciali

La Ragazza di Fuoco: gli effetti speciali
Martina De Angelis

Viaggio all’interno del meraviglioso mondo di Hunger Games per scoprire meglio i principali step di questo secondo capitolo

Il nuovo capitolo dell’acclamata saga Hunger Games, La Ragazza di Fuoco, si è subito presentato come una vera sfida per il regista Francis Lawrence, che si è trovato a dover rappresentare un mondo sempre più complesso, esplorato in profondità ed un’arena altresì evoluta rispetto al precedente, dove i legami tra i personaggi e la coraggiosa Katniss Everdeen giocano un ruolo determinante.

Come coinvolgere lo spettatore e trasmettere al meglio lo spirito del libro, narrato in prima persona? Lawrence ha trovato la sua risposta nella tecnologia cinematografica più immersiva esistente: le telecamere IMAX. Ha infatti utilizzato queste telecamere large format fin dall’inizio dei Giochi:

“Volevo rendere l’esperienza dell’arena il più viscerale possibile, come appare agli occhi di Katniss” – spiega Lawrence – “Vedere il suo mondo attraverso immagini IMAX apre lo schermo e porta lo spettatore proprio dentro l’immagine”

Oltre alla questione immedesimazione, La Ragazza di Fuoco ha da subito presentato una serie di sfide creative, e dato la portata ambiziosa del progetto Francis Lawrence si è circondato di un team di “giocatori” di altissimo livello, ben consapevole che quello di cui aveva bisogna era un particolare estro creativo, unico modo di rappresentare credibilmente il sempre più sfaccettato mondo di Panem: dal Tour dei Vincitori, che attraversa in treno a gran velocità i Distretti in fermento, alla sontuosa residenza presidenziale nel cuore di Capitol City, vero e proprio monumento di sfarzo e opulenza, oltre naturalmente alla stupefacente Arena in stile Foresta Amazzonica appositamente costruita per creare ostacoli insuperabili per Katniss.

“Siamo entusiasti di mostrare al pubblico molti più dettagli all’interno del Distretto 12, tra cui il Villaggio dei Vincitori, i primi scorci dei Distretti 11, 4 e 8 ed il ritratto luccicante di Capitol City – afferma il regista – e di trasportare lo spettatore in una nuova ed impressionante arena”

Il team delle meraviglie di Lawrence è guidato dal direttore della fotografia Jo Williams, e ne fanno parte lo scenografo Phil Messina e la costumista Trish Summerville, una squadra vincente che ha prodotto un lavoro di altissimo livello, tanto da essere già riconfermati per l’episodio successivo.

Messina sapeva di avere a che fare con qualcosa di molto complesso: “Sapevo di dover lavorare ad un livello superiore rispetto all’esperienza precedente, perché non è tutto reso più grande solo per il gusto di farlo, ma è una progressione che significa la progressione della storia, dove la posta in gioco è sempre più alta”.

Ancora più in questo capitolo le scene, i paesaggi, i luoghi sono parte integrante della storia, fondamentale elemento per far crescere la tensione che si accumula nella storia, e Messina ha cercato il più possibile di presentare il mondo con gli occhi della protagonista.

“Mostriamo poco alla volta tutto ciò che Katniss nota – spiega – dando degli indizi: che esiste una sorta di ribellione che viene dal basso, che è appena agli inizi, e che prende lei come simbolo. Ad esempio abbiamo fatto una scritta sui muri che dice: La buona sorte non sarà mai a nostro favore”

Ma più del Distretto 12, più della rivolta, più dell’opulenza della capitale, il compito più impegnativo della scenografia sono stati i giochi stessi, che Messina ha dovuto sviluppare seguendo l’idea dell’arena come impervia giungla, caratterizzata da elementi come fulmini devastanti, nebbia mortale, scimmie violente, inquietanti ghiandaie imitatrici, ed una pericolosissima cornucopia circondata dall’acqua. Come se non bastasse, tutta l’isola doveva funzionare come un grande orologio mortale, e qui la collaborazione con il reparto effetti speciali, coordinato da Steve Cremin, è stata fondamentale, e ha portato una serie di difficoltà logistiche che hanno stimolato ancora di più il team, seguendo come mantra sempre un senso di scoperta che accompagna la protagonista e lo spettatore.

Sensazione evidenziata anche in ogni aspetto della grafica del film, dalla sua innovativa immagine IMAX, e dagli effetti digitali fotorealistici. Il direttore della fotografia Jo Willems ha lavorato a stretto contatto con la regia per ottenere la vasta scala di immagini e rispettare lo scopo del film, e in questo la tecnica IMAX è stata fondamentale (creando anche notevoli disagi, in quanto le telecamere di questo tipo sono molto più ingombranti): lo spettatore è trascinato direttamente nell’arena e l’immagine ha un impatto incredibile, proprio come appare agli occhi di Katniss la prima volta, e tutti restano sbalorditi insieme a lei.

Per quanto riguarda gli effetti visivi è intervenuto un team specializzato guidato dal supervisore Janek Sirrs (già collaboratore di Lawrence in The Avengers, Iron Man 2 e Io sono leggenda), responsabile di circa 1000 effetti visivi per il film:

“Per il progetto era fondamentale creare un mondo realistico e totalmente credibile. Se il pubblico non si accorge degli effetti visivi, allora sappiamo di aver svolto correttamente il nostro lavoro”

La parte più complessa da realizzare è stata sicuramente l’arena dei Giochi. Sia la foresta reale alle Hawaii dove si sono svolte le riprese, sia quella digitale, hanno impegnato molto la squadra addetta: non è stato semplice trasportare le pesanti apparecchiature attraverso un fitto sottobosco, soprattutto quando il terreno diventava una grande palude al primo accenno di pioggia, per non parlare degli insetti! Tutto ciò che non è stato possibile filmare nella location scelta è stato aggiunto in seguito digitalmente: “Abbiamo riprodotto al computer talmente tante foglie che non è stato possibile memorizzarle –  spiega Sirrs – cosi ogni volta abbiamo dovuto effettivamente ri-piantarle digitalmente dopo ogni riproduzione del frame”.

Sempre in ambito degli effetti visivi, una delle missioni più esaltanti è stata quella di ricreare l’attacco delle scimmie del libro di Suzanne Collins, in cui improvvisamente appaiono decine di primati dai colori vivaci e cominciano a minacciare e mettere in pericolo Peeta. Questo compito è toccato a Guy Williams della Weta Digital, noto per il suo lavoro in Avatar, X-Men First Class The Avengers. Le scimmie avrebbero dovuto impegnare solo 80 riprese di effetti, ma Williams sapeva che Francis Lawrence aveva grandi ambizioni per la sequenza. “Francis voleva che sembrasse un momento molto realistico, come se Katniss, Peeta e Finnick dovessero affrontare una minaccia estrema per la loro sopravvivenza”, dice Williams , e cosi lui e la sua squadra si sono dovuti tuffare nel mondo delle scimmie, della primatologia per imparare tutto sul comportamento di questi animali e come si muovono.

Oltre 400 scatti digitali sono stati supervisionati dalla Double Negative (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, The Dark Knight Rises, Skyfall, Rush) e dal supervisore agli effetti visivi Adrian De Wet. Il loro lavoro includeva la sequenza del Viale dei Tributi – che comprendeva la strada, le gradinate, i palazzi, le fontane, il circolo presidenziale e l’intero layout di Capitol City dietro la sfilata dei tributi. La Double Negative ha creato inoltre l’effetto del fuoco su Katniss e Peeta, durante la festa del presidente Snow. Il loro lavoro è stato fondamentale anche per l’ambiente dell’arena, tra cui il minaccioso maremoto, l’attacco delle ghiandaie imitatrici, e la nebbia mortale.

Rendere realistico un mondo come quello di Panem, pieno di contrasti e di paesaggi differenti era una vera e propria sfida, ma il team dietro La Ragazza di Fuoco è riuscito a compiere un lavoro eccellente, rendendo credibile quello che comunque è un mondo di fantascienza, senza mai essere sopra le righe o cadere nell’esagerazione, che era esattamente lo scopo che si erano prefissati all’inizio della lavorazione: “Quando si è in grado di creare qualcosa di realistico agli occhi della gente – afferma Williams – si è svolto un compito estremamente appagante”.

Martina De Angelis

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