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Cinespresso | March 29, 2024

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Il “Castello Cavalcanti” di Wes Anderson

Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
7
Regia
7.5
Script
7

Rating

Piacevole. Quantomeno non dannoso, anzi. E anche divertente. Cinecittà, location del corto, si fa set-giocattolo nel pieno stile dell'autore.

Anno: 2013 Durata: 8′ Distribuzione: Prada Genere: Commedia Nazionalità: Usa, Italia Produzione: Prada Film Regia: Wes Anderson Uscita: 13 novembre 2013

Approda a Roma anche il piccolo film dai colori accesi e personaggi stereotipati del regista dei Tenenbaum. Il corto è online anche su Cinespresso

Otto minuti firmati da Wes Anderson. È questo l’incipit promozionale di Prada, connubio tra cinema breve e finanziamenti dalla moda tutto sommato piacevole. Quantomeno non dannoso, anzi. E anche divertente. Michelangelo Cavalcanti (Jason Shwartzman) è un pilota americano che distrugge la sua auto in un borgo italiano durante una gara. Restando appiedato vicino un bar, scoprirà non solo un inaspettato senso di appartenenza a questa curiosa comunità d’italiani, ma troverà un’anima forse gemella nella barista interpretata da Giada Colagrande.

Colori sgargianti che ricordano le tinte filmiche delle Avventure acquatiche di Steve Zissou. Cinecittà, location del corto, si fa set-giocattolo nel pieno stile dell’autore. La sponsorship è chiara, così come le caratterizzazioni della piazzetta di paese anni cinquanta. Il prete, il barista, gli anziani al tavolino, la corriera, sono elementi di facilissimo riconoscimento, ma la giustapposizione illuminata dai neon delle insegne ed esplorata dalla macchina da presa su carrello non sono male. E poi c’è una spaghettata notturna, che non guasta mai.

Storiella che potrebbe anche articolarsi in un lungometraggio per diventare una sceneggiatura più corposa, Castello Cavalcanti. Come ha esternato nel corso della CineChat al Festival del Film di Roma lo stesso regista: «Amo molto il  protagonista di questo film, il pilota automobilistico americano negli anni cinquanta. Mi piacerebbe in qualche modo continuarlo a raccontare. Magari i prossimi capitoli della sua storia potrebbero ambientarsi in altri paesi, tra Cinecittà e altri studi famosi in giro per il mondo che amiamo, e adottando lo stile dei grandi registi che lì hanno lavorato».

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