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Cinespresso | March 29, 2024

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Her

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Valeria Brucoli

Review Overview

Cast
9
Regia
8
Script
8

Rating

La straordinaria interpretazione di Joaquin Phenix crea un’empatia immediata con lo spettatore e annulla i giudizi morali sull’improbabile storia d’amore tra un uomo e un sistema operativo.

Anno 2013 Durata: 120’ Distribuzione: BiM Distribuzione Genere: Commedia Paese: Usa Produzione: Annapurna Pictures Regia: Spike Jonze Uscita: Novembre 2013

L’uomo e la macchina si incontrano in una dimensione alternativa in cui la fame di amore supera la corporeità e colma il vuoto esistenziale di un mondo apparentemente perfetto

In un mondo a tinte pastello, ideato appositamente per allietare i sensi e lasciare all’esterno i tormenti e i momenti bui della vita quotidiana, l’uomo vive la sua dimensione rassicurante e ovattata. Il male è lasciato rigorosamente all’esterno, così come i rumori graffianti della metropoli, isolati dalle spesse vetrate che foderano le stanze, e coperti dalla musica, colonna sonora costante delle attività umane, in perfetta armonia con lo stato d’animo di chi la ascolta. L’uomo ha rimodellato lo spazio a sua immagine, assecondato il fluire delle comunicazioni con la tecnologia, che annulla le distanze spazio-temporali e connette l’intero globo nello spazio di un click, ma nel suo lungo percorso evolutivo ha lasciato da parte i rapporti umani reali, tangibili, e anche troppo faticosi per trovare spazio in un mondo in cui conta la trasmissione rapida di informazioni, più che la complessità delle relazioni.

Theodore Twombly è l’uomo moderno, perfettamente integrato nella contemporaneità digitalizzata, ma allo stesso tempo ancorato al passato, al piacere della comunicazione lenta e ponderata delle lettere scritte a mano, che portano con sé emozioni eterne accessibili solo a pochi eletti. Lui è uno di questi, uno degli scrittori di lettere più sensibili e appassionati della città, l’unico in grado di vivere i sentimenti dei committenti e a farli passare attraverso il suo corpo e il suo cuore. Ma per quanto riguarda i suoi stessi sentimenti, Theodore è bloccato nell’incapacità di aprire il suo cuore e di entrare il relazione con gli esseri umani, per loro natura lunatici, mutevoli e poco comprensivi. Dopo il divorzio con la compagna di una vita il suo cuore si è fermato e Theodore si è adagiato in una vita tranquilla, senza slanci emotivi, pagando il prezzo di una profonda solitudine, fino a che un bagliore inaspettato rischiara la sua esistenza, una voce amica, dolce e trasgressiva, accende in lui un’emozione che aveva dimenticato da tempo. La voce immateriale di una donna sconosciuta, senza difetti e sbalzi di umore, lo riporta alla vita e con la sua curiosità infinita lo spinge ad esplorare il mondo e a comunicare con chi lo circonda. Ma questa donna, tanto reale quanto perfetta, non ha un corpo caldo e morbido da accarezzare e non sente il calore del sole o il freddo della neve sulla sua pelle, perché la sua fisicità risiede in un sofisticatissimo sistema operativo.

Lo scrittore ha creato la sua musa, l’ha materializzata dai suoi pensieri, ma a differenza della biondissima S1m0ne, creata dal regista fallito Viktor Taransky, e Ruby Sparks, nata e giostrata dalla penna del giovane scrittore Calvin Weir-Fields, Samantha non ha una corporeità propria, se non nella fantasia di Theodore. La sua essenza è veicolata esclusivamente dalla sensualissima voce di Scarlett Johansson, che per Her rinuncia alla sua fisicità prorompente, e affida le emozioni esclusivamente al fluire della sua voce. Joaquin Phoenix, al contrario, mette voce e corpo al servizio della telecamera, che scruta Theodore in ogni momento della giornata, e restituisce impietosamente ogni debolezza e ogni emozione che traspare dalle increspature del suo volto. Phoenix è solo, nella storia e sulla scena, e denuda completamente il suo personaggio davanti allo spettatore.

Spike Jonze non cerca di suscitare giudizi morali o di sollevare un monito contro la realtà arida e catastrofica che si prospetta per un umanità sempre più assorbita dalla tecnologia e sorda agli impulsi emotivi e sensoriali del mondo esterno, ma si limita a raccontare una storia d’amore. L’amore tra l’uomo e la macchina passa ad un livello successivo e trova un punto d’incontro in una dimensione alternativa in cui la macchina, onnipotente e perfetta, è affamata di umanità e di imperfezione, e si stupisce con una purezza disarmante dinanzi alle piccole meraviglie del mondo esterno, ai colori, alla musica e alla complessità dei sentimenti umani. E qui, in un tempo e uno spazio indefinito, il progresso, ormai giunto al culmine, fa un passo indietro e si ripiega verso una realtà a tinte forti, imperfetta e tormentata, in cui è impossibile sfuggire al dolore.

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