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Cinespresso | April 24, 2024

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Insidious 2, oltre i confini del male

Insidious 2, oltre i confini del male
Valeria Brucoli

Review Overview

Cast
7
Regia
6.5
Script
5.5

Rating

Le porte scricchiolanti e gli armadi con il doppio fondo di James Wan creano una tensione blanda e prevedibile, limitandosi a ripercorrere i passi del primo capitolo e la storia delle case infestate più famose del cinema horror.

Anno: 2013 Durata: 105’ Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia Genere: Horror Nazionalità: Usa Produzione: Blumhouse, FilmDistrict Regia: James Wan

A poche settimane da L’evocazione, James Wan richiama dall’ombra le forze del male e le scatena contro una famiglia con il dono di viaggiare attraverso il regno dei morti e di sfidare a viso aperto l’oscurità e gli spiriti maligni che albergano in loro stessi

“Non è la casa ad essere infestata, ma Josh!” Dopo aver strappato il figlioletto Dalton dalla dimensione oscura che teneva intrappolato il suo spirito, Josh si trasferisce con tutta la famiglia in una nuova casa per mettere fine all’incubo, ma non è solo, uno spettro lo ha seguito. Durante la notte casa si anima, scricchiola, e dall’ombra emerge lo spirito inquieto di una sposa in nero in cerca di un nuovo corpo in cui annidarsi. Il parassita attacca il corpo di Josh e l’oscurità che è dentro di lui inizia a divorare la casa, fino a che dalle crepe dei muri e del passato non viene alla luce un terribile segreto.

Dopo il primo fortunato capitolo di Insidious e il più recente L’evocazione – The Conjuring, James Wan torna a destreggiarsi tra spettri e case infestate da presenze demoniache e anche stavolta, come da copione, mette in campo una squadra di sensitivi pronti a scoprire se l’essenza del male risiede nella casa o nella mente dei personaggi. Ma i rituali esoterici e le sofisticate investigazioni scientifiche soccombono dinanzi al potere dell’oscurità perché l’unico modo per distruggerla e affrontarla con il potere della mente, entrare nel mondo delle ombre e combatterle. Così la storia si riavvolge su se stessa, oscillando dal passato al presente, dal mondo dei vivi a quello dei morti, in un ciclo continuo che può essere interrotto solo placando la fame degli spiriti, o semplicemente trasmigrandoli da un corpo ad un altro.

A partire dalla prima scena, che coincide con l’ultima del primo capitolo, Insidious 2 segue la struttura del film precedente, con un susseguirsi esasperante di manifestazioni della possessione demoniaca sulla casa, dalle porte che si aprono all’improvviso, al pianoforte che suona da solo ai giocattoli che si attivano nel cuore della notte, richiamando alla mente degli spettatori più smaliziati una serie infinita di scene già viste. Nonostante il montaggio da manuale e il susseguirsi di colpi di scena e di presenze terrificanti dietro ogni angolo, la tensione è allentata da uno sviluppo della vicenda prevedibile e dalla presenza incombente del primo Insidious, che viene richiamato e sviscerato in ogni fotogramma.

La casa però è solo la scena del crimine, non il carnefice, e ben presto l’attenzione si sposta dagli oggetti sapientemente animati dagli spettri che li sfiorano, alla follia omicida dei personaggi, resi pazzi e assetati di sangue dagli spiriti che li posseggono. Lo scenario da Poltergeist assume così i risvolti thriller di Amityville Horror e del ben più noto Shining, da cui Wan prende a piene mani nel dirigere Josh che insegue a perdifiato moglie e figlio, fino a che non sconfina nell’altrove.

Legato a doppio filo al primo film, Insidious 2 perde l’occasione di evocare nuovi mostri e scatenare nuove paure, e torna instancabilmente sulla storia passata della famiglia e del cinema horror, in una sequela di rimandi e citazioni che, pur creando una messa in scena impeccabile e bilanciata, non sono abbastanza potenti da turbare gli animi.

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