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Cinespresso | April 23, 2024

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Cose nostre – Malavita, la recensione

Cose nostre – Malavita, la recensione
Lorenzo Colapietro

Review Overview

Cast
7
Regia
6.5
Script
5.5

Rating

Una pellicola divertente e recitata in modo magistrale, che purtroppo non la salva dal baratro della ripetitività e della poca originalità.

Anno: 2013 Durata: 111′ Distribuzione: Eagle Pictures Genere: Commedia Nazionalità: Usa, Francia Produzione: Virginie Besson-Silla, Martin Scorsese Regia: Luc Besson

Arriva nelle sale Cose nostre – Malavita ultima fatica di Besson, alle prese con una famiglia mafiosa in cerca di “tranquillità” in un piccolo paese della Normandia

Dopo aver denunciato i suoi capi, il boss Giovanni Manzoni (Robert De Niro) è costretto ad entrare nel programma protezione testimoni dell’FBI. Cambiato il nome in Fred Blake viene spedito in un piccolo paese della Normandia e con lui la moglie Maggie (Michelle Pfeiffer) e i due figli: Belle (Dianna Agron) e Warren (John D’Leo). Sotto lo sguardo vigile ed intransigente dell’agente Tom Quintiliani (Tommy Lee Jones) la famiglia deve cercare di integrarsi nella nuova realtà ed essere il più “normali” possibili. Ma tra esplosioni, estorsioni e violenza a go go i cittadini di Cholong-sur-Avre capiranno ben presto che il concetto di “normalità” della famiglia Blake è piuttosto relativo.

Ciò che salta subito agli occhi di questo Malavita è il cast a dir poco stellare per una commedia che di originale ha davvero ben poco. Sembra essere proprio questo, infatti, il problema di fondo del film di Besson. Sebbene diretto ed interpretato magistralmente, non vi è nulla da eccepire, il film, allo stesso tempo, si presenta ripetitivo e zeppo di cliché del genere gangster/comedy. Indubbio omaggio alle pellicole di Martin Scorsese, che tra l’altro è anche produttore del film. Nonostante i momenti comici, De Niro che guarda estasiato Quei bravi ragazzi (di cui lui stesso è interprete) è forse uno dei momenti più alti di Cose nostre, che in definitiva rimane una copia di altri del genere, come Terapia e pallottole o FBI protezione testimone.

Se la sceneggiatura fa acqua, va detto che è il cast a reggere l’intero film. De Niro è davvero superbo nella parte del povero Fred, finto scrittore a cui non resta che battere la sua storia e immaginare di risolvere le dispute a modo suo attraverso dei flashback davvero esilaranti, ma come si dice il lupo perde il pelo ma non il vizio. Michelle Pfeiffer perfetta come sempre, nel ruolo della donna nevrotica che cerca suo malgrado di mantenere l’equilibrio e l’armonia, ovviamente senza successo, gettando la maschera davanti ad un commesso un po’ troppo insolente. Bravi anche i due giovani attori Agron e D’Leo nell’interpretare i figli della coppia. Unica pecca forse è la scarsa presenza sullo schermo di Tommy Lee Jones, relegato a spalla in una pellicola dove avrebbe potuto dare molto di più.

Per il genio visionario dell’autore di capolavori come Nikita o Léon si tratta dell’ennesima prova al di sotto delle proprie capacità. La nuova black-comedy firmata Luc Besson uscirà nelle sale il 17 ottobre.

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