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Cinespresso | April 25, 2024

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Il lungo cammino per la scuola

Il lungo cammino per la scuola
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
8
Regia
7
Script
7

Rating

Scampoli di vita reale dove i bambini scelti hanno vissuto per una volta la loro avventura davanti a una cinepresa. Un film che riempie gli occhi quanto l’animo di bellezza, difficoltà e un pizzico di consapevolezza.

Anno: 2012 Durata: 85′ Distribuzione: Academy Two Genere: Docu-fiction, drammatico Nazionalità: Francia Produzione: Winds, Ymagis, Wild Bunch Regia: Pascal Plisson

Il documentarista Pascal Plisson alle prese con quattro scolari dal mondo che per raggiungere la scuola devono percorrere chilometri. Tra savana, montagne dell’Atlante, o a cavallo tra le Ande

Settembre è tempo di scuola, e il docufilm Sur le chemin de l’école (Vado a scuola è il titolo italiano) in uscita il 26 settembre sembra in perfetto tempismo. Pascal Plisson tesse tra loro le storie, o meglio il cammino di quattro ragazzini che lottano letteralmente con le distanze per migliorare la propria vita.

Carlito, argentino di 11 anni, insieme alla sorella più piccola attraversa ogni mattina a cavallo due vallate della Patagonia che lo separano dalla scuola. Invece Samuel, proveniente da un villaggio di pescatori vicino allo Sri Lanka è un esperto raccontatore di favole, ma è costretto su una carrozzina dalla poliomelite, così percorre il suo lungo tragitto spinto dai due fratellini Emmanuel e Gabriel tra le strade sabbiose dell’India. Zahira vive in un villaggio berbero e cammina per chilometri tra i sentieri tortuosi sulla Catena dell’Atlante, mentre Jackson, 10 anni, insieme alla sorellina Laila deve attraversare la savana evitando incontri con gli elefanti, più pericolosi di camionisti alticci su strade senza semafori né strisce.

Scampoli di vita reale dove i bambini scelti sono stati affiancati per settimane dal regista e il suo staff. E anche se per alcuni era la prima volta che vedevano macchine fotografiche, hanno vissuto per una volta la loro avventura davanti a una cinepresa. «Ho viaggiato per molto tempo, in lungo e in largo» ha affermato il documentarista francese cercando di spiegare le ragioni della sua scelta tematica, «ho incontrato un sacco di ragazzi in tutto il mondo, sui cigli delle strade, nella savana, nelle foreste, ma fino a quel giorno non conoscevo gli sforzi che questi bambini compiono per poter accedere alla conoscenza». Il riferimento è a un episodio in cui Plisson vide due bambini masai correre per chilometri tra mille pericoli, con le loro cartelle di tela sulle spalle, ma preoccupandosi soltanto di non arrivare tardi a scuola.

È lo stesso spirito dei due piccoli kenyani che avvistano sapientemente gli enormi mammiferi che noi consideriamo così amichevoli nei circhi. Il saluto del mattino è una preghiera dei genitori perché i figli restino vivi, affinchè la scuola li aiuti a migliorare sé stessi e la vita della comunità, non un distratto “buona scuola” dal finestrino di un’auto. Così anche la dodicenne marocchina, dopo il cous cous condiviso con i genitori e i tanti parenti da un grande vassoio senza usare posate, con il suo velo a protezione solare e una gallina viva che spunta da una borsa, dovrà vedersela con il problema a una caviglia di una delle due compagne di viaggio verso il collegio frequentato: per loro più di 20 km da affrontare tra mille difficoltà, una volta a settimana.

Grandi paesaggi africani tra la natura più selvaggia, altipiani andini sterminati, il mare di fronte allo Sri Lanka come partenza. E piccoli piedi tra le rocce, nell’erba e tra i baobab, o nel fango, come quelli dei fratellini del dodicenne Samuel bloccato su una scalcinata sedia a rotelle assemblata tra pezzi e ruote di bicicletta e una poltroncina in plastica da giardino. «Ci siamo resi conto che questi bambini, non solo lottano per andare a scuola, ma sono molto consapevoli della loro situazione e sono coscienti del fatto che la scuola ha un ruolo fondamentale per il loro futuro». L’osservazione di Plisson sintetizza gli intenti un progetto non solo interessante, supportato tra l’altro anche dall’Unesco e Aidee e Action, ma utilissimo a conoscere piccole storie di quotidianità estrema, inimmaginabili e ai confini del mondo.

Dalle carezze di Carlito al fido puledro Chiverito fino agli sforzi sovrumani di Emmanuel e Gabriel per spingere la sedia del fratello maggiore tra pantani e strade dissestate di terra rossa, passando per il fiatone trattenuto per il silenzio a evitare animali, lo sguardo attentissimo quanto determinato e le falcate veloci di Jackson e Laila tra la vegetazione, fino alla risolutezza e all’altruismo ingegnoso di Zahira nel trovare il modo di andare avanti nel cammino, Vado a scuola è un film che riempie gli occhi quanto l’animo di bellezza, difficoltà e un pizzico di consapevolezza.

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