Pain & Gain, l’altra faccia dell’American Dream
- Ireneo Alessi
- On 18 luglio 2013
- http://www.cinespresso.com
Review Overview
Cast
7Regia
6Script
6.5Rating
Anno: 2013 Durata: 129’ Distribuzione: Universal Genere: Azione, Commedia, Drammatico Nazionalità: Usa Produzione: Paramount Pictures Regia: Michael Bay
A volte una realtà assurda e travolgente è in grado di superare la finzione.
È ciò che succede ai protagonisti di Pain & Gain, la nuova black comedy di Michael Bay ispirata alle imprese, realmente avvenute, della “Sun Gym Gang” di Miami, un’insolita declinazione dell’American Dream.
“I believe in fitness”
1995: Daniel Lugo (Mark Wahlberg) è un bodybuilder di professione che lavora sodo presso una rinomata palestra di Miami, la “Sun Gym” insieme al fidato Adrian Doorbal (Anthony Mackie). Stanco di vivere una vita mediocre escogita un piano per rapire Victor Kershaw (Tony Shalhoub), magnate dei tacos nonché ricco uomo d’affari dal pessimo carattere. Con l’aiuto di Paul Doyle (Dwayne “The Rock” Johnson), un criminale molto religioso uscito da poco di prigione, la gang riuscirà nell’intento nonostante gli incidenti di percorso per poi entrare in possesso di tutte le finanze di Victor. Ma quest’ultimo si dimostra più coriaceo del previsto. Sopravvissuto al peggio, assolderà il detective Ed Du Bois, interpretato da Ed Harris (Appaloosa, A History of Violence) per catturare i criminali e farsi giustizia.
Abbandonati gli effetti speciali, marchio di fabbrica dei suoi film, Michael Bay (Transformers, The Island) torna con un film a misura d’uomo più che di robot, un’opera contenuta anche nel budget, circa 25 milioni di dollari, il secondo più basso dopo il suo film di debutto Bad Boys.
Da tempo, Michael Bay sognava di portare sul grande schermo una commedia nera sullo stile di Pulp Fiction. Peccato però che Mr. Bay stavolta non sia nella sua ‘forma’ migliore perché siamo ben lontani dalla produzione di Tarantino.
Proprio come i suoi protagonisti, Pain & Gain risulta ridondante nella forma, oltre che nella durata, imbottito di steroidi, colori e trovate, ma senza sostanza. In una parola: kitsch. Il risultato è un film martellante come il beat di “Thrift Shop” la canzone del rapper statunitense Macklemore. Sarà difficile da collocare.
Per i fan di Mr. Dwayne da non perdere l’improbabile veste da ‘corista della domenica’ che spezza la sua consueta immagine da duro per collocarsi sulla scia de L’acchiappadenti (2010).
Completano il cast l’affascinante Bar Paly, modella israeliana nata in Russia apparsa anche in How I Met Your Mother e nell’horror The Ruins e l’attrice australiana Rebel Wilson vista di recente in Voices (Pitch Perfect).
In chiusura, l’invito degli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely a guardare con occhi nuovi le meraviglie di ciò che si possiede. Ma come si fa quando si è travolti in pieno dal lusso prepotente dei vari “Victor Kershaw”, vincente di nome e di fatto, che solcano i nostri mari? Che tu sia un eroe, un gangster o un comunissimo impiegato ricorda: l’unico muscolo da non tralasciare sul serio rimane il cervello. Le ‘scorciatoie’ sociali prima o poi tornano indietro proprio come un boomerang.
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