Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Cinespresso | April 18, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

La campagna elettorale di Pinuccio Lovero

La campagna elettorale di Pinuccio Lovero
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
7.5
Regia
8
Script
7.5

Rating

Un film che nella semplicità e onestà dei personaggi, dipinti da un regista di cui si sentirà sempre più parlare, non riesce a non piacere

Anno: 2012 Durata: 70’ Genere: Docufiction, commedia Nazionalità: Italia Produzione: Fanfara Film, Vivo Film Regia: Pippo Mezzapesa Uscita: 15 Maggio 2014 

Pippo Mezzapesa, regista pugliese in concorso al Flaiano nel 2013 torna a raccontare le avventure del custode “a livello cimiteriale” in Pinuccio Lovero Yes I Can

Dopo il documentario del 2007 Pinuccio Lovero. Sogno di una notte di mezza estate, presentato a Venezia come Evento Speciale per la Settimana della Critica, Pippo Mezzapesa riporta sul grande schermo i sogni dell’omonimo custode “a livello cimiteriale”. A cavallo tra costruzione filmica e documentaristica, il regista di Bitonto filma la campagna elettorale di Pinuccio Lovero, che in questa nuova avventura si candida come consigliere comunale dello stesso paese della provincia di Bari.

Sotto il simbolo di Sinistra Ecologia e Libertà, il buffo e sgrammaticato becchino dal cuore grande e le braccia operose, si lancia nell’impresa che ha lo scopo di migliorare le condizioni del suo cimitero. Sembra quasi uno scherzo, ma in realtà il ritratto di una politica piccola e senza progetti si specchia nelle presentazioni che i candidati offrono alla macchina da presa in forma di minispot elettorali. Ci sono il figlio di un rispettato costruttore locale che se ne fregia come di un titolo sufficiente al successo, il volenteroso ma impacciato falconiere dell’aeroporto di Bari, o il ristoratore sfacciato con la mira della degli appalti sulle mense scolastiche.

Un micro mondo di provincia che sembra decretare in un certo senso la morte della politica, specialmente nel montaggio iniziale che mescola foto dei morti sulle lapidi ai manifesti elettorali per le strade. Ma la forza di Pinuccio Lovero Yes I Can sta nel raccontare una piccola storia originalissima che tra il linguaggio irridente e la struttura in docufiction parla della semplicità del protagonista.

Ora bisogna trovare un “logan” per convincere la gente a votarmi

È l’imperativo di Pinuccio in uno degli spassosi brainstorming in pugliese stretto alla caccia del giusto claim da utilizzare sul manifesto che ritrae il custode in uniforme grigia. Mezzapesa usa la macchina riprendendo Bitonto e i suoi abitanti con un gusto per l’immagine che non passa per nulla inosservato. Strade, piazze, auto e vespe, nonché i viali del cimitero e i lenzuoli stesi diventano elementi geometrici nitidi e ospitali per la fauna dei caratteri che il regista mette in campo (ci scuserà il lettore per l’espressione irrinunciabile per l’occasione, ndr.).

Due sono i percorsi narrativi paralleli a quello della campagna, che alla fine vedrà un’amichevole cameo di Nichi Vendola: l’organizzazione del matrimonio all’insegna del risparmio con l’innamoratissima fidanzata Anna Pappapicco, e il viaggio mediatico delle ospitate televisive proseguito solo in sogno ambito dal protagonista. La prima è la forza, e la seconda la vera debolezza di Pinuccio.

Tornando all’occhio del regista non si può non citare la sequenza spendida accompagnata dal Tango delle capinere, i momenti di verità e poesia nella confessione alla macchina da presa della promessa sposa, sul suo amore per Pinuccio, e il sogno vero di lui, oltre la policata, oltre il successo: quello cioè di essere padre.  È un film che nella semplicità e onestà dei personaggi, dipinti da un regista di cui si sentirà sempre più parlare, non riesce a non piacere.

Submit a Comment