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Cinespresso | April 20, 2024

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2 Comments

World War Z: quando Brad Pitt affronta gli zombie

World War Z: quando Brad Pitt affronta gli zombie
Francesco Di Brigida

Review Overview

Cast
8
Regia
7.5
Script
8

Rating

Imperdibile per i cultori del genere e per le cultrici della star. La domanda è: come condivideranno la sala?

Anno: 2013 Durata: 116’ Distribuzione: Universal Pictures Italia Genere: Azione, Horror Nazionalità: Usa, Malta Produzione: Plan B Entertainment, Paramount Pictures, Apparatus Productions, GK Films, Hemisphere Media Capital, Latina Pictures, Skydance Productions Regia: Marc Forster

Una volta sex-simbol, ormai anche grande attore, Pitt produce ed è protagonista di una rivoluzionaria storia sui “non-morti”.

L’impostazione di World War Z parte da un clima di tensione globale per una misteriosa epidemia che dagli animali si è propagata all’uomo, rendendo tutti gli infettati inspiegabilmente e implacabilmente aggressivi. La pellicola nasce dalle pagine del romanzo epistolare World War Z, la Guerra Mondiale degli Zombie, scritto da Max Brooks nel 2006. La Plan B di Brad Pitt se ne aggiudicò i diritti l’anno seguente, e dopo alcuni slittamenti tra lavorazione e uscita nelle sale, approderà nei cinema americani il 21 giugno, e il 27 in Italia.

Gerry Lane è un ex-agente delle Nazioni Unite. Ritiratosi a vita privata a Philadelphia e dedito alla sua famiglia, viene richiamato da un ex-collega per investigare su questa nuova calamità pandemica insieme allo staff scientifico, protetto su una nave da guerra a largo degli Stati Uniti. La propagazione del virus, la presa di coscienza dei personaggi, il pericolo incombente ma invisibile che esplode nelle corse furiose degli zombie per le strade delle città di tutto il mondo, sono descritte dal regista Marc Foster con un uso della macchina da presa quasi giornalistico.

Il montaggio ne dosa il lavoro, dall’azione dinamica, alla morbidezza algida usata sulle scene familiari, dallo zapping mediatico della titolazione iniziale ai totali dei grandi assalti degli zombie creando una tensione che non si vedeva dal primo tempo di 28 giorni dopo.

Rispetto al film di Danny Boyle c’è un’ulteriore accelerazione sulla velocità degli infettati, così l’action diventa esponenzialmente più concitata, complessa, repentina. Complice anche l’applicazione della teoria dello sciame, che vuole che stormi di uccelli, insetti come banchi di pesci si muovano in una sorta di coscienza collettiva, compattamente e fluidamente nello spazio. E così sono stati realizzati gli spostamenti gruppali degli zombie.

Proprio questi sciami di non-morti invaderanno Gerusalemme, come New York, Philadelphia, Cardiff. (Un’inquadratura vedrà anche la veneziana Piazza San Marco in balia degli infettati). Il viaggio di Lane attraverserà tutte queste città nella disperata e razionale ricerca di una cura – divisa sapientemente con l’agognato ricongiungimento familiare – fino a imbattersi in un laboratorio di ricerca dove il responsabile è interpretato da un ottimo, allucinato Pier Francesco Favino.

La natura è la migliore serial killer. Ama celare i suoi punti deboli nei suoi punti di forza

È la frase che il protagonista stamperà nella testa, il rebus da risolvere per dichiarare guerra agli zombie. Molti pro dunque, ma i contro? È interessante la teoria non esattamente risolta del prigioniero fuori di testa interpretato da un grande David Morse (che sia un seme per un sequel o un appunto di fantapolitica). Poi c’è l’assenza di sangue che noterà il pubblico più gore, chiaramente ammiccante all’abbassamento dell’età dei divieti, ma tutto nella norma di un grande blockbuster con protagonista uno degli attori più importanti degli ultimi anni. Imperdibile per i cultori del genere e per le cultrici della star. La domanda è: come condivideranno la sala?

Comments

  1. Alan Garner

    Sarà… ma se non c’è sangue che razza di film sugli zombie è??

  2. Alan Garner

    Cmq. Alan può dire ciò che vuole! 😀

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