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Cinespresso | April 19, 2024

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“Cha cha cha”: la Roma di Marco Risi

“Cha cha cha”: la Roma di Marco Risi
Ireneo Alessi

Review Overview

Cast
7
Regia
6.5
Script
6

Rating

Un film che si regge bene in piedi anche senza l’ossatura proveniente dalla cronaca, elemento alla base del riuscitissimo “Fortapàsc”.

Anno: 2013 Durata: 90’ Distribuzione: 01 Distribution Genere: Thriller Nazionalità: Italia Produzione: Bibi Film, Babe Films, Rai Cinema Regia: Marco Risi

Risi torna al cinema per raccontare una Roma cupa e cinica. Con Luca Argentero nei panni di un investigatore privato e Claudio Amendola, un ambiguo poliziotto fin troppo navigato.

Roma ai nostri giorni. Non la solita Roma piaciona, sonnolenta e pigra. Ma la Roma degli intrighi, degli affari sporchi e delle intercettazioni. Le indagini di Corso, Luca Argentero (Bianca come il latte, rossa come il sangue, Saturno contro) partono da un incidente stradale che coinvolge un ragazzo di sedici anni. Tutto lascia pensare che si tratti di una disgrazia ma per Corso non è così. Lo stesso giorno viene ritrovato il cadavere di un ingegnere che avrebbe dovuto dare il via all’appalto per un mega centro commerciale nei pressi dell’aeroporto. Due fatti apparentemente lontanissimi uno dall’altro.

Michelle, Eva Herzigova (I colori dell’anima – Modigliani, L’amico del cuore), la madre del ragazzo, è una ex attrice che vive in Italia da ormai diciotto anni. Dopo una relazione con Corso ora è legata ad un uomo molto potente, l’avvocato Argento, interpretato da Pippo Delbono (Io sono l’amore), uno di quelli che lavorano nell’ombra e che decidono le sorti del Paese. Attorno alle loro vite gravitano l’intercettatore, il paparazzo ed anche l’ispettore Torre, un cinico Claudio Amendola (La fisica dell’acqua, Caterina va in città), ex collega di Corso ed ora a capo delle indagini.

Il film, sin dall’avvio, ci catapulta, con le sue riprese aeree su una Roma in notturna, dentro le atmosfere proprie del noir: dalla Tiburtina al centro storico, tra luci ed ombre, si delineano personaggi e ruoli. C’è l’eroe duro e puro a bordo della sua Saab 900 cabrio, un investigatore bello e tenebroso che non scende a compromessi perché non è in vendita, un “romantico”, insomma. Poi è la volta della bionda piena di fascino e dal passato misterioso. Infine, ci sono i cattivi, logorati dal potere che tutto piega al proprio volere.

Questa è la vita, questo è il cha cha cha!

A differenza dalle aspettative però, ad emergere nel film non sono gli inseguimenti in metropolitana, le sparatorie o gli agguati in casa, anzi sotto la doccia, quanto la scelta del cast. Sebbene tali sequenze siano giostrate ottimamente e ricoprano un ruolo fondamentale, la vera forza della pellicola risiede nei suoi protagonisti così come nei ruoli comprimari. Ritroviamo una Herzigova alle prese con il suo primo ruolo da protagonista e un Argentero più maturo, a suo agio anche nella scena di nudo integrale che, va detto, nulla ha di erotico, al contrario, rimane tra le più cruente di tutto il film.

In definitiva, si tratta comunque di un thriller che possiede gli ingredienti giusti per raccontare una fetta del Paese, o meglio, per denunciarne i mali senza chiamarli col proprio nome e cognome. Anche se poi tutto cambia, varia il registro, e la formula sembra non aderire più al modello originale per approdare a un cinema forse più coerente e familiare con la filmografia del regista. Risi si smarca dal genere strettamente noir con il passo agile e ‘laterale’ tipico del cha cha cha. Il risultato è un film che si regge bene in piedi anche senza l’ossatura proveniente dalla cronaca, uno degli elementi più congeniali al regista nonché alla base del riuscitissimo “Fortapàsc”.

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