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31^ Bellaria Film Festival. I vincitori

31^ Bellaria Film Festival. I vincitori
Redazione
  • On 5 giugno 2013
  • http://www.cinespresso.com

I premi e le motivazioni della giuria della 31esima edizione del Bellaria Film Festival.

La giuria del Concorso Italia Doc composta da Maurizio Carta, Marina Collaci, Giovanni Giommi, Ugo Gregoretti e Miriam Mauti assegna il premio per il miglior documentario italiano a In Utero Srebrenica di Giuseppe Carrieri con la seguente motivazione: “Poetico e terribile, capace di unire l’indagine documentaria all’estro artistico. Forte nel dare voce a storie di orrore che vorremmo non sapere, nell’offrire l’orecchio a così tanto dolore”.

La giuria del Concorso Italia Doc assegna la menzione speciale a Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno “per la struttura narrativa ben articolata, la capacità di riferire della chiusura di speranze dei giovani italiani evitando ogni stereotipo”.

La giuria del Concorso Italia Doc assegna la menzione speciale a Il libraio di Belfast: “Per la ricchezza del personaggio e la capacità di raccontare, attraverso la vita di un individuo, la lunga e difficile storia di una città”.

La giura del Concorso Radio Doc composta da Roberto Antonini, Pinotto Fava e Federica Manzitti premia miglior documentario radiofonico Africa Bianca di Barbara D’Amico e Fabio Lepore con la seguente motivazione: “Per l’interesse che suscita il protagonista e la sua storia, e i diversi registri del sonoro: il buon uso della presa diretta, il montaggio notevole ed essenziale e l’utilizzo di materiali d’archivio”.

La giura del Concorso Radio Doc assegna la menzione speciale a Italia-Romania: in viaggio con le badanti di Flavia Piccinni con la seguente motivazione: “Per il livello di intimità delle testimonianze di notevole rilevanza sociale associato ad un ambiente sonoro che ci porta in viaggio insieme alle protagoniste in un’Europa a due velocità”.

Menzione speciale Casa Rossa assegnata dagli studenti del DAMS di Bologna guidati da Paolo Angelini a Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno con la seguente motivazione: “Perché ha espresso attraverso le immagini di una Napoli non stereotipata le problematiche particolarmente vicine alla nostra generazione con estrema e cruda realtà”.

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